Il Ministro della Sanità ha risposto alla mia interrogazione in Commissione Affari Sociali e Sanità con la quale chiedevo, dopo aver ricevuto numerose sollecitazioni da parte di nostri connazionali, di estendere le cure urgenti ospedaliere gratuite in caso di necessità durante un soggiorno temporaneo in Italia anche ai cittadini italiani nati all’estero.
Per cure urgenti si intendono, nella legge, le cure di pronto soccorso che non possono essere differite senza pericolo per la vita o danno per la salute della persona. Ad esempio quelle che vengono erogate in caso di incidente stradale o di infarto. Attualmente tali cure sono garantite gratuitamente solo ai cittadini italiani residenti all’estero nati in Italia che siano o titolari di pensione italiana o possano far valere lo status di emigrato certificato dal competente ufficio consolare italiano. Le cure ospedaliere urgenti gratuite, insieme alle cure essenziali, sono inoltre garantite agli stranieri irregolari in Italia, cioè privi di permesso di soggiorno, i quali hanno diritto, in base alla legge Turco “alle cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti ed essenziali, ancorché continuative, per malattia o infortunio”. Si tratta di cure garantite gratuitamente, lo ripeto, agli stranieri irregolari in Italia ma non ai cittadini italiani nati all’estero. Io credo che sia un grande atto di civiltà garantire tali cure a cittadini stranieri che ne hanno bisogno, ma allo stesso tempo sono fermamente convinta che tali cure debbano essere garantite, durante un soggiorno temporaneo in Italia, anche ai cittadini italiani nati all’estero i quali vivono in Paesi con i quali l’Italia non ha stipulato accordi sull’assistenza sanitaria e siano sprovvisti di una copertura assicurativa pubblica o privata.
La mia interrogazione voleva sensibilizzare il Governo a questa problematica e sollecitare una riflessione sull’opportunità di garantire le cure urgenti anche agli italiani nati all’estero (non certamente per merito o colpa loro). Il Ministro ha risposto, tramite il Sottosegretario Paolo Fadda, con una formale rassicurazione informando la sottoscritta interrogante e tutta la Commissione Affari Sociali e Sanità che in merito all’estensione soggettiva dell’assistenza sanitaria rispetto al vigente quadro normativo, il Ministero della Salute, insieme alle altre Istituzioni coinvolte, ha già avviato approfondite riflessioni per attuare una rivisitazione della ormai datata normativa sull’assistenza sanitaria agli italiani residenti all’estero, con l’auspicio che dette iniziative possano risolvere le problematiche da me poste all’attenzione del Governo. Il sottosegretario ha anche auspicato che in questa materia ci sia un maggiore coinvolgimento delle Regioni così come in effetti già stabilito dalle legge di stabilità del 2012.
Un percorso certo complesso che comunque prende l’avvio da una dichiarazione di disponibilità incoraggiante. Spetterà a tutti noi, in particolare agli eletti all’estero sollecitare affinché le “approfondite riflessioni già avviate” annunciate dal sottosegretario si trasformino in tempi relativamente brevi in concreti provvedimenti a tutela della salute degli italiani residenti all’estero, compresi quelli non nati in Italia, ai quali, per il solo fatto di essere nati all’estero, non possono essere negati i diritti fondamentali di cittadinanza.
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