di Giulio Pignatiello
L’art. 21 comma 8 della Legge 247/12 statuisce che dal 2.2.2012, data di entrata in vigore della legge, “l’iscrizione agli Albi comporta la contestuale iscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense”.
Tuttavia, il successivo comma 9 del medesimo articolo, precisa, a sua volta: “La Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense, con proprio regolamento, determina entro un anno dalla data in vigore della presente legge, i minimi contributivi dovuti nel caso di soggetti iscritti senza il raggiungimento di parametri reddituali, eventuali condizioni temporanee di esenzione o di diminuzione dei contributi per soggetti in particolari condizioni e l’eventuale applicazione del regime contributivo”.
Sono questi i due commi principali, inseriti nell’art. 21 della nuova legge professionale, sui quali la Cassa Forense sta lavorando per cercare di dare a tutti gli iscritti all’albo, non ancora iscritti alla Cassa, le indicazioni certe da seguire per decidere la propria iscrizione o meno al sistema previdenziale forense.
E’ innegabile che siamo di fronte a due previsioni di fondamentale importanza da un punto di vista previdenziale che devono essere calate, con sagacia ed assoluta prudenza, nell’attuale sistema pensionistico forense per non alterarne l’importante risultato di equilibrio e sostenibilità a cinquant’anni, raggiunto attraverso due importanti e fondamentali riforme, avvenute nel recente passato.
Inoltre, bisognerà salvaguardare, ricorrendo all’applicazione di una maggiore “flessibilità”, due principi cardini dell’attuale sistema: quello della “solidarietà” e quello della “equità”, ponendosi come obiettivo da centrare la parità di trattamento tra vecchi e nuovi iscritti.
Allora cosa sta facendo Cassa Forense per cercare di ottemperare al meglio al dettato normativo?
In poco più di tre mesi – e in solo cinque sedute – una commissione speciale, costituitasi subito dopo l’entrata in vigore della legge professionale, ha predisposto la bozza di Regolamento che disciplinerà il futuro previdenziale degli avvocati italiani per i prossimi anni.
Il testo in questione è stato già portato all’attenzione dell’intero Comitato dei Delegati che, dopo la fase della discussione generale, provvederà a redigere il Regolamento finale da inviare ai Ministeri vigilanti per la sua definitiva approvazione.
Inoltre, la Cassa, in questo periodo, al fine di meglio garantire i principi di trasparenza, democrazia e partecipazione condivisa, ha ritenuto opportuno e necessario incontrare per ben due volte gli organi istituzionali dell’avvocatura, CNF ed OUA, gli Ordini territoriali e tutte le associazioni forensi per illustrare lo stato dei lavori e confrontarsi apertamente al fine di dare modo a tutti di esprimere le loro osservazioni, proposte e suggerimenti a riguardo.