IL PUNTO. N. 553 del 15 luglio 2013 — di MARCO ZACCHERA

SOMMARIO: BUONE NOTIZIE – LETTA – BERLUSCONI FUORIGIOCO? – LA GUERRA DELLE PAROLE – RIFLESSIONE SUL PROSSIMO
DATECI UNA BUONA NOTIZIA !
Per favore, dateci qualche buona notizia, ne abbiamo bisogno. Lo propongo ai direttori dei TG e dei giornali: che tutti si impegnino in ogni trasmissione o prima pagina a finire con un flash o due righe di buone notizie rigorosamente “Made in Italy”. Cosa costa spiegare al lettore o al teleutente rassegnato che ok è tutto un disastro, ma che almeno qualcosa di buono è successo anche oggi? La gente è depressa, inc…, demotivata, preoccupata del futuro. Si sente abbandonata dallo stato, dai partiti, dalla politica, dai sindacati, dalla chiesa, dai magistrati. Ogni giorno ISTAT, spread, percentuali nere come i nuvoloni dei temporali…basta! Diteci anche che qualcosa va bene, che ieri con una stretta di mano si è risolta una disputa condominiale, che tizio ha fatto finalmente una cosa giusta, che hanno tolto due norme inutili dell’ASL, che i genitori di un bambino appena nato sono contenti e si vogliono bene. Per favore…Costa poco dare un po’ di speranza e ogni tanto un sorriso a questo paese sempre più triste!
LETTA: IL DC DEL RINVIO
Il premier Letta sta interpretando al meglio il ruolo democristiano che fu di Andreotti: “tagliare e sopire, rinviare, tirare a campare”. La situazione è difficile ma va pur deciso qualcosa: il rinvio dell’IMU impedisce ai comuni di fare i bilanci, i rinvii dei bilanci bloccano i pagamenti a tutti, i lavori pubblici, le decisioni. Il rinvio della TARES non fa più capire a nessuno che cosa si debba fare e in tutti i campi il rinvio sembra diventato la prassi nazionale. La crisi di oggi è anche figlia dei continui rinvii di ieri a prendere decisioni impopolari o antipatiche che mettano in crisi una maggioranza di coalizione che (oggi come ieri) si regge sull’equilibrio e sul continua compromesso.
BERLUSCONI FUORIGIOCO ?
(Riservato ai poche lettori che si interessano ancora di queste cose)
Sto leggendo un romanzo che racconta di un condannato a morte che vede correre sempre più veloci i suoi giorni verso la camera a gas, sembra di leggere (fortunatamente in modo per ora fisicamente
incruento) le vicende giudiziarie di Berlusconi e il suo sempre più probabile prossimo allontanamento dalla politica. La decisione della Cassazione di anticipare a fine luglio la discussione del suo caso (con una velocità di solito obiettivamente sconosciuta alla Corte) ha rimesso in ebollizione il mondo politico con la possibilità che un leader votato da milioni di persone se ne vada, scacciato da ogni carica pubblica.
Invano, ancora sul numero scorso de IL PUNTO, avevo cercato con pacatezza di ragionare sulla sua recente condanna al processo Ruby che a me era parsa esagerata, ma i tanti commenti che ho ricevuto non hanno fatto che confermarmi quanto la figura del Cavaliere abbia man mano sempre più diviso l'opinione pubblica: ho ricevuto critiche ed insulti per essere stato “troppo accondiscendente” verso di lui, esattamente come altri mi hanno invece dipinto come “traditore”. Il problema politico che ora si delinea è però cosa avverrà nel dopo-Berlusconi, un uomo che già in passato si ipotizzava sarebbe stato obbligato a passare la mano dopo una sua sempre imminente, pesante e preannunciata sconfitta elettorale (che poi però non c'è mai stata…) e che ora sembra invece improvvisamente più vicina per le sue vicende giudiziarie. Ma esiste nel centro-destra un piano di riserva nel momento in cui Berlusconi uscisse di scena? C'è una alternativa, un Delfino, qualcuno in grado di raccoglierne l'eredità elettorale prima ancora che politica ? E' questa mancanza di un “Renzi 2” nel centro-destra che dovrebbe preoccupare perchè un buon 60% degli italiani non ama la sinistra nelle sue varie declinazioni e questa maggioranza del paese rischia di restare orfana per diverso tempo di un partito, un'idea, un personaggio, un leader che li sappia interpretare.
Un (o una..) leader che non potrà però essere un “falco” o guiderà solo una più o meno forte pattuglia di Talebani ma qualcuno capace di coinvolgere quella maggioranza silenziosa e – aggiungo io – che dimostri prima di tutto una correttezza morale e di comportamento personale senza la quale non potrebbe e dovrebbe neppure presentarsi. Diversi personaggi potrebbero emergere (anche se in TV si vedono quasi sempre le solite facce sui soliti problemi con i soliti toni) ma è grave che anche in occasione delle ultime elezioni politiche lo stesso Berlsconi abbia premiato e fatto premiare dei “fedelissimi” anzichè guardare alla qualità e al futuro. Anche questo credo sia stato un suo grave errore essendosi da tempo circondato da una corte che prima di tutto – e come sempre – pensa innanzitutto a salvare sé stessa, soprattutto nel momento del probabile declino. Tempi ancora più duri in arrivo…
LA BATTAGLIA DELLE PAROLE
Una delle incapacità strutturali del centro-destra a livello locale ma anche generale è di non avere un atteggiamento strategico nei rapporti con il mondo dell'informazione e di non essere mai capace di strutturassi per vincere o almeno difendersi bene in quella “guerra delle parole” che la sinistra conduce con successo da decenni imperniando il suo potere di costante mutazione genetica, salvapoltrone e salvafaccia, appunto sul controllo dell’ informazione, di buona parte del mondo della scuola, della cultura e dello spettacolo oltre che alle truppe scelte di quella parte della sua Magistratura “militante”.
Chi ha seguito le recenti vicende comunali locali ricorderà che uno dei punti fondamentali ai quali avevo condizionato il mio restare a fare il sindaco era proprio un piano comunicativo, argomento che nè prima nè dopo le mie dimissioni sembra aver purtroppo interessato a qualcuno.
Quando c’è silenzio comunicativo “positivo” ogni attenzione o replica si accentra su chi (come quando ero io sindaco) spesso non c'e la fa più a star zitto davanti a delle sciocchezze e quindi interviene direttamente a replicare trasformando in un dibattito e in una polemica diretta e personale vicende che dovrebbero invece avere una platea di attori per rappresentare un fronte di opinione che invece, timoroso, di solito resta zitto ai margini del ring. Alla fine – vale a Verbania per il CEM – ci si dimentica la strategia di fondo per finire su questioni marginali di polemica spicciola che per mesi e anni, pur trite e ritrite, vengono perpetuate all’infinito senza che nessuno – e tanto meno i giornali – ricordino come a base di alcune scelte ci siano leggi, bandi europei, “paletti” normativi. Quante volte si dice “ Un politico vale se guarda lontano, se ha una strategia, se non lavora per l’oggi ma per il domani…” Provate a farlo, provate ad avere lungimiranza e vedrete come tutto vi sarà messo contro per ogni cosa e in ogni argomento e sempre per questioni banali che assumono al ruolo di determinanti. L’Italia muore di mille casi in cui si gioca per l’effimero immediato e non per il futuro e d'altronde l’informazione spinge e vive sulla polemica quotidiana e non sulla riflessione. Cosa resta di mille questioni che durano un giorno, un’ora, il tempo di una dichiarazione corrosiva? Nulla, ma quella polemica spicciola sarà stata comunque capace di ritardare, rallentare, far litigare. Anche così, piano piano, la “nave-Italia” si ferma e si arena del tutto uccisa da norme che salvano la forma e non la sostanza, da gente che non si assume mai le proprie responsabilità. Politici e imprenditori capaci alla fine alzano le mani e se ne vanno distrutti, “delocalizzando” se possono o passando a fare altre cose perché non è possibile far crescere la propria città o la propria azienda in una situazione che giorno per giorno diventa ingestibile e dove quella parte d’Italia che nel ’94 si era presentata come “l’Italia concreta” alla fine ha purtroppo perso, speriamo non per sempre, la propria battaglia, anche quella delle parole..
RIFLESSIONE
“ IL PUNTO” è nato tanti anni fa come newsletter politica, legata a far sapere a tante persone (oggi sono circa 15.000 indirizzi) come io la pensassi su specifici problemi. Visto che come politico sono stato e mi sono “declassato” continuo e continuerò a scriverla da privato cittadino, ma vorrei arricchire queste note con qualche riflessione spiccia, anche al di fuori dell’attualità, proponendo nel finale di ogni numero una breve riflessione non propriamente politica sperando che possa servire alla riflessione personale di qualche lettore. Grazie per l’eventuale attenzione e sempre ben accetto ogni commento.
IL PROSSIMO
Abbiamo tanti motivi e mille giustificazioni per chiuderci in noi stessi eppure è urgente porsi ogni giorno il problema del prossimo. Chi è “il mio prossimo” ? Chi domenica è andato a Messa ne ha avuto qualche spunto dalla parabola del buon samaritano, ma è un concetto che vale per tutti: in una società in crisi per uscirne bisogna comunque che ogni persona trovi più tempo per il proprio prossimo e in qualche possa dargli una mano, non necessariamente in modo materiale.
Impegno e dovere di ogni politico, ma anche di ciascuno – senza eccezioni – perché “il prossimo” non è lontano, distante, ma è ogni giorno accanto a noi. Ascoltiamo la nostra coscienza, allora: è lei che ci parla. Non diamo mai per certo che facciamo abbastanza anche perchè ci sono mille modi silenziosi e concreti per fare una piccola cosa in più. Che bello pensare che qualche lettore leggendo queste parole decida di farlo.
Per tutti una riflessione su questo tema di papa Francesco a Lampedusa: “Dov’è tuo fratello?…La cultura del benessere, che ci porta innanzitutto a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone che sono belle, ma non sono nulla: sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, alla “globalizzazione dell’indifferenza”. In questo mondo siamo ormai abituati all’indifferenza l’uno dell’altro, non ci interessa, non è affar nostro, ci penserà lo stato o qualcun altro…Ma alla fine finisce come i morti in mare a Lampedusa ed anche per noi è un richiamo di coscienza: “Caino, dov’è tuo fratello?”
Un saluto a tutti, buone vacanze a chi le fa! MARCO ZACCHERA

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