I PADRONI DEL NOSTRO MARE E QUELLA BECERA POLITICA DURA AD ESTINGUERSI

“Il mare non è mai stato amico dell'uomo.” Joseph Conrad, Lo specchio del mare, 1906

“Come la foglia non ingiallisce senza la muta complicità di tutta la pianta, così il (politico) non potrà nuocere senza il tacito consenso di tutti voi.” Khalil Gibran, Il Profeta, 1923

Mentre la maggioranza dei Comuni siciliani sta da tempo oltre l’orlo del dissesto finanziario, elevando le tasse comunali al massimo consentito dalla legge, mentre i creditori attendono da anni di essere pagati spesso chiudendo l’attività, gli stessi servizi dovuti per legge verso le famiglie e i più deboli sono a livelli da terzo mondo e le file di poveri si allungano ogni giorno di più davanti alle mense sociali e ai dormitori pubblici, casa si pensa di fare? Ovviamente di opporsi anche ricorrendo avverso il Tar per tentare di fermare la legge regionale che finalmente vorrebbe fare pagare quello che doverosamente pagano in altre regioni italiane i concessionari, veri e propri padroni delle nostre coste da decenni di stabilimenti balneari per l’occupazione di decine di migliaia di metri quadrati di spiaggia e mare: cosa non si fa, anche a fini elettorali, anche a dispetto dell’evidenza e della realtà che da anni ci circonda senza speranza di un miglioramento radicale della nostra città!

Come si fa dopo decenni di compiacenza e complicità da parte di chi dovrebbe amministrare la nostra regione e le nostre città a favore dei cittadini a prendere le difese di stabilimenti balneari che di fatto da oltre mezzo secolo hanno privatizzato cementificando il possibile, sotto gli occhi delle stesse autorità preposte, alla salvaguardia del paesaggio e delle bellezze naturali e della legalità continuando a restare colpevolmente in silenzio, la nostra plaia e il nostro mare?

Basterebbe andare a vedere ( visto che l’associazione degli stabilimenti balneari avrebbe sostenuto che in media tali esercizi non guadagnano più di 80-90 mila euro l’anno) il fatturato degli anni trascorsi di alcuni dei più conosciuti lidi della plaia per verificare invece che il loro fatturato, (parliamo ovviamente di quello dichiarato al fisco) supererebbe invece e di tanto il milione di euro a fronte delle poche migliaia di euro che gli stessi pagano per una concessione di migliaia di mq di spiaggia pubblica e della misera somma di undici milioni che la Regione incasserebbe ogni anno (quasi quanto fatturerebbe lo stabilimento La Torre di Mondello, in media 0,90-1,50 euro al metro quadro per area scoperta pagando un canone medio di 5.300 euro, contro i 18.585 euro del Veneto). Adesso che la Regione ha avuto il coraggio, dopo decenni di latitanza, che di fatto ha legittimato un’evasione istituzionalizzata delle concessioni demaniali, di aumentare il canone di sei volte rispetto all’ irrisorio canone preesistente, coloro che dovrebbero avere a cuore le casse comunali ridotte all’osso pensano invece di fare opposizione prendendo le difese degli eterni concessionari di un bene pubblico come la spiaggia e il mare, che come tale dovrebbe essere utilizzato liberamente e senza pagare alcun pedaggio dagli stessi tartassati cittadini che ne hanno sacrosanto diritto. Ancora una volta la sperequazione sociale tipica della Sicilia cerca di avere il sopravvento sul benessere dei cittadini e sui beni comuni.

Alfio Lisi

Freegreensicilia

Catania

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