PIU’ POVERI

Lo avevamo scritto e, puntualmente, s’è verificato. Alle porte dell’estate siamo più poveri. La manovra Letta darà, entro l’anno, i suoi risultati. Quelli che, però, non andranno a beneficio del Popolo italiano. L’incremento delle entrate dal patrimonio immobiliare s’ fatto pesante e, per la “prima” casa, c’è solo un laconico rinvio dell’esosa gabella. Anche se non dovesse rincarare l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), la costrizione fiscale costerà al contribuente almeno 300 euro in più rispetto al 2012. L’economia dello Stato, volenti o meno, ha da andare avanti ed i bilanci devono quadrare; l’UE ci studia e ci giudica. Ogni altro provvedimento, che dovesse rimettere le mani nelle tasche degli italiani, sarebbe molto impopolare. I politici lo hanno capito e, probabilmente, la “stangata” potrebbe essere meno esosa. Intanto, è in preparazione la manovra economia per il 2014. L’anno prossimo non sarà quello “buono”. Per recuperare, dovremo portare avanti i sacrifici almeno per altri due anni. Poi, politica permettendolo, la nostra economia dovrebbe riprendere a girare nel verso giusto. Nulla sarà più come prima. Pur con un’inflazione interna sotto controllo, il costo della vita resta irrefrenabile. Abbandonato il superfluo, iniziano i “problemi” per il “necessario”. Già c’è chi vaticina anche il tramonto dell’”indispensabile”. La situazione, alle porte della nuova stagione, è tesa. La condizione italiana resta in preoccupante salita e la mancanza di liquidità ha stravolto il mercato degli immobili ed i valori locativi in generale. Il prezzo del mattone è precipitato, in meno di un anno, del 12% e la tendenza sembra peggiorare. I cartelli “Si Loca” e “Si Vende” fanno bella mostra sui portoni condominiali e le spese d’amministrazione sono rincarate di almeno il 7% rispetto alla primavera scorsa. I risultati più evidenti sono più disoccupazione e minori possibilità di riconversioni industriali. Nonostante le assicurazioni dell’Esecutivo, i problemi d’Italia restano proprio tutti e non bastano le esternazioni per ridare fiato a chi non ha neppure l’aria da respirare. Tuttavia, salvare l’economia non basta. Incalzano anche le modifiche istituzionali. Sono alle porte alcuni cambiamenti costituzionali ed una riforma del nostro sistema elettorale. Basta al finanziamento dei partiti. Non ottemperare a queste ineluttabilità implicherebbe la messa in “pensione” di Letta e Ministri al seguito. Le più illusioni hanno lasciato il posto ad una cocente realtà che non è più minimizzabile. Anche a livello UE, nonostante qualche “sufficienza”, incassata “in extremis”, siamo uno dei fanalini di coda del Vecchio Continente unificato. Ci sono, tra l’altro, ancora compromessi da sciogliere per essere più credibili. Per sperare in meglio ci vogliono delle premesse che ancora non vediamo. L’unica realtà, anche se palesemente scontata, è che l’italiano, sempre più formica di cicala, s’è trovato più povero. Attenzione: più povero, non meno ricco. Perché nel Bel Paese i ricchi ci sono ancora e nulla hanno da temere dalla recessione. Per costoro, pochi ma buoni, c’è la certezza che la povertà continuerà a vivere una realtà parallela. Magra consolazione; ma per chi è abbiente non c’è posto per chi non riesce a sbarcare il lunario.

Giorgio Brignola

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