RTIMANDATI A SETTEMBRE

Tutti i nodi, come recita il proverbio, verranno al pettine. Alla fine. Per l’Esecutivo Letta, i “nodi” si concretizzeranno il prossimo settembre. Al morire dell’estate che s’avvicina rapidamente. La questione italiana è seria. Tanto seria da non poter tenere unicamente conto delle note che ci giungono dall’UE. I nostri margini di ripresa interna si sono ulteriormente assottigliati. Ce ne siamo accorti tutti e senza eccessivo sforzo. Questa Maggioranza, però, non potrà nascondersi dietro il classico dito. Le difficoltà ci sono; anche all’interno della Coalizione che tiene in vita la XVII Legislatura. I risultati delle recenti consultazioni amministrative locali non possono essere presi come termine di paragone. La politica locale ha un’evoluzione differente da quella nazionale e, forse, è meglio così. Se non altro, nella Linea Letta s’evidenzia una certa coerenza sui problemi maggiori della Penisola; anche se gli accostamenti con Monti proprio non ci sono piaciuti. Per la carità, nessuno ha salvato l’Italia ed è assai meglio contenere i meriti di chi non li ha. La politica dello Stivale, almeno per come la conosciamo, è al crepuscolo, Ora non basta più solo il buon senso ed un pizzico di fantasia per tirare avanti. Saranno le riforme, quando e se ci saranno, a determinare la vita della Legislatura e della maggioranza parlamentare che la sostiene. Ciò premesso, però, non c’è da stare tranquilli proprio perché i “problemi” andranno a concretizzarsi proprio in seno a quest’atipica Maggioranza. L’opposizione sarà, in ogni caso, pronta a carpirne gli effetti. Essere Primo Ministro resta una garanzia relativa. Ci sarebbero i tempi per studiare la figura di un Coordinatore con la funzione di modulare gli interventi socio/politici di un Governo le cui origini restano “atipiche”; anche se meno sofferte di quelle che avevano portato alla luce il Professore. Invece No. La nascita di nuove figure tra il tecnico ed il politico fa “paura” e non sembrano essere condivise dai più. In autunno, Letta si troverà nella necessità d’affrontare anche nuove formule per tamponare una crisi che ci porteremo dietro almeno sino al 2015, quando uno stabile PIL in positivo evidenzierà che la salute economica d’Italia potrà considerarsi in convalescenza. In ogni caso, la Legislatura, con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti, deve andare avanti. Chi spinge per elezioni anticipate, già nel prossimo anno, dovrebbe fare un passo indietro. L’intesa di governo può continuare. Ogni autonomia politica andrebbe a condannare chi la dovesse fare sua. Appare, di conseguenza, prematuro ipotizzare un 2014 in profonda crisi d’identità. A ciascuno degli elementi di questo Parlamento, ancora alla vecchia maniera, chiediamo che faccia diligentemente la sua parte. Anche se le novità, ove dovessero maturare, saranno rimandate al prossimo settembre. Con la premessa che l’imminente autunno non sarà socialmente “caldo”, ma politicamente impegnativo.

Giorgio Brignola

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