DIRITTO”DIRETTO”

In pieno marasma politico e conseguente involuzione economica ad ampio spettro, c’è chi non trova di meglio che dare ancora valenza al voto secondi i dettami della Legge 459/2001. Dato che la normativa c’è, siamo più che concordi nel rispettarla e farla rispettare. Ma è anche lapalissiano che non ne concordiamo il costrutto e, dopo una dozzina d’anni dal suo varo, riteniamo che sia possibile migliorarla. Come? Cambiandola. Del resto, il provvedimento potrebbe rientrare, a pieno titolo, nel progetto di riforma della nostra legge elettorale. Non per una questione di stile, ma d’indubbia utilità. Dato che, caparbiamente, da oltre mezzo secolo curiamo l’informazione indirizzata ai Connazionali all’estero, ci siamo meravigliati, non poco, che proprio da oltre frontiera ci sia palese una linea di pensiero ad integrale tutela di come sia stato impostat0 il voto dall’estero al tramonto del 2001. Quindi, piena fiducia nella Circoscrizione Estero e nel voto per corrispondenza. In armonia col nuovo Millennio, non ci sentiamo di condividere una causa che ci sembra superata dai tempi e dalle opportunità. Il diritto di voto è inalienabile. Noi riflettiamo sul modo d’esercitarlo. Siamo per il voto correlato alla cittadinanza e scollegato alla residenza. Di conseguenza, questo diritto potrebbe essere, senz’altro, migliorato attraverso l’introduzione di una nuova normativa che tenesse conto della rappresentatività umana, più che partitica. Intanto, sarebbe auspicabile abolire il voto per posta. Non solo il metodo è arcaico, ma anche veramente insicuro. Tanto per non sbagliare, si potrebbe votare per via elettronica, in tempo reale, e tramite la “scannerizzazione” di un’impronta digitale. Potrebbero, così, votare tutti. Anche quelli che non lo hanno potuto fare quasi mai ( lavoratori di mare e dell’aria in tratte intercontinentali ). I Candidati al Parlamento, dovrebbero essere parti di una delle Circoscrizioni Nazionali. Valida anche per i Candidati eleggibili dall’estero. Per essere più chiari: ogni elettore dovrebbe essere messo nelle condizioni di scegliere, col suo voto, chi meglio ritiene in Patria o all’estero. Rispettando, così, lo spirito della rappresentatività universale. Una volta ridata una fisionomia alle Circoscrizioni Nazionali, nulla vieterebbe di concedere la preferenza ad un Candidato residente in altro Paese. Senza una Circoscrizione Estero, la formula “18” perderebbe la sua ragion d’essere ed il voto potrebbe aggiornare la sua valenza. In Parlamento, si potranno trattare tutte le poliedriche sfaccettature di un’italianità che non è, da parecchio tempo, limitata al Bel Paese. Certo, ci sarebbe da modificare, prima, la normativa generale sul voto ma, intanto, non sarebbe male azzardare i possibili aggiornamenti per gli elettori d’oltre frontiera. Già siamo arrivati in ritardo al voto direttamente dai Paesi ospiti; non vediamo il motivo di mantenere un’impalcatura che, oltre a scricchiolare, non offre particolari motivi per essere mantenuta tale.

Giorgio Brignola

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