IL GOVERNO DEL PRESIDENTE

Se ci avessero presagito la situazione nella quale stiamo vivendo, non ci avremmo prestato fede. Nessuno lo avrebbe fatto. Invece, in giro di poco più di un anno, è successo di tutto. Dopo l’elezione dei Membri del Parlamento, ora sarà la volta dell’Esecutivo Letta. Pur se per i “capelli”, l’Italia potrebbe essere “salvata”. Nella Penisola ci sono oltre tre milioni di senza lavoro. Il 40% delle famiglie ( calcolo riferito a quattro persone) è costretta a tirare avanti con un reddito al limite della povertà. Come a scrivere che, solo i più fortunati, possono contare su un introito netto superiore a mille Euro il mese. Eppure, i sacrifici voluti da tutti, ma varati dall’Esecutivo Monti, non sono che la punta di un iceberg che potrebbe mostrare tutta la sua “aggressività” già prima dell’estate. Con un Esecutivo che non sarà nelle condizioni di modificare la rotta della nave Italia. Il nostro Paese non è un’azienda in passivo da dover convertire. Sarebbe troppo comodo. Troppo facile. E’ la liquidità che continua a diminuire, mentre l’imposizione fiscale, ora anche quell’indiretta, continua a salire. Le “cure” propinate dal Professore e dalla sua Squadra ci hanno impoverito. Non siamo neppure certi che il Patto di Stabilità 2013, già punitivo, non sarà “aggiornato”dall’imminente XVII Legislatura, col “placet” di un Parlamento sempre più allo sbaraglio. Le riforme, quelle andate a buon fine, hanno stravolto anche la nostra vecchiaia. I trattamenti vitalizi per il futuro (pensioni) diminuiranno nel numero e nella consistenza. Il concetto d’uniformità sembra un termine eliminato dalle strategie degli aspiranti uomini di potere. Mentre il Governo è imminente, la Penisola resta sul baratro di un non ritorno. Investire nel Bel Paese resta un problema che condiziona la ripresa produttiva e l’incertezza politica contribuisce allo sfacelo conseguente. Chi riesce a sopravvivere con 500 Euro il mese, o poco più, è un “miracolato”. Campare alla giornata, in un Paese che è una delle stelle della Grand’Europa, è umiliante. Il Governo, che sarà presto una realtà, potrebbe non sopravvivere al suo canonico quinquennio. Dovrà, in ogni caso, essere quello delle “riforme” vitali per il Paese. Tra le tante, ne rammentiamo solo alcune. Elaborazione di una legge elettorale consona allo spirito della nostra Democrazia. Riduzione del 50% dei Parlamentari, senza la possibilità d’eleggere Senatori “a vita”. Voto, politico e referendario, “universale” per tutti i cittadini italiani ovunque residenti. Introduzione del voto elettronico. Cancellazione della Ripartizione Estero, applicazione dei vitalizi ai Parlamentari sul principio della Legge Fornero e, dulcis in fundo, la cassazione del pubblico finanziamento dei Partiti. Ovviamente, i provvedimenti che sarebbero da adottare sono anche altri. Ci siamo limitati ad elencare i più importanti. In pratica quelli che andranno a fare la differenza tra gli “interessati” ed i “disinteressati”. Dietro i simboli dei Partiti ci sono degli uomini. Tra poco, ci renderemo conto di che “pasta” sono fatti. Anche in questo caso, il ruolo del rinnovato Presidente della Repubblica sarà decisivo per andare oltre. Napolitano, per nostra fortuna, è per le priorità.

Giorgio Brignola

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