Sullo stallo e l’immobilismo della politica Bagnasco ha perfettamente ragione…
Il movimento astensionista politico italiano apprezza la denuncia del Presidente della CEI Cardinale Angelo Bagnasco sullo stallo e l’immobilismo della politica italiana.
Le esortazioni rese ieri dall’alto prelato, per mezzo delle quali ha sferzato la politica affinchè si decida a finirla con ogni indugio, spesso immotivato, e ad affrontare seriamente e decisamente i problemi della gente che non ne può più, non può che trovare la nostra più ampia e piena condivisione.
Parlando della situazione economica e occupazionale del paese, il cardinale ha inoltre esortato «le persone che hanno responsabilità a tutti i livelli, politico, amministrativo, imprenditoriale, aziendale affinchè tutti facciano sempre di più la propria parte, e in modo sempre più urgente» poiché lo stallo che sta investendo tutti gli italiani deriva «dagli interessi particolari che, in politica e in economia, a volte sono solamente di comodo».
Prendendo spunto proprio da queste illuminate dichiarazioni rese dal capo della CEI, che il movimento astensionista approva in particolar modo rilanciandole, si vuole rimarcare l’impossibilità da parte degli astensionisti, almeno finora, di incidere più attivamente sulle decisioni della politica, in quanto per una strana consuetudine interpretativa in Italia a ciò non viene riconosciuto alcun esito o conseguenza giuridica.
L’astensione elettorale è una pratica politica a tutti gli effetti, determinata in una democrazia dal diritto ad astenersi, e che nelle scorse elezioni politiche è stata praticata da più di un terzo di italiani…
Ed è fuori da ogni ragionevole dubbio che la motivazione principale che ha spinto più di 15 milioni di elettori ad astenersi sia stata determinata esclusivamente da un sentimento di condanna e sfiducia verso gli attuali e tradizionali partiti politici.
Se solo essi con tutto il loro ambaradan e l’apparato complessivo del potere rinunciassero lasciando nelle casse dello stato almeno quel 30 per cento in meno determinato proprio dalla componente astensionista dell’elettorato, ci sarebbero, per rilanciare lo sviluppo e far cessare immediatamente le gravissime emergenze che stanno attanagliando l’intera società italiana, somme corrispondenti a più di 150 miliardi di euro l’anno! Altro che immobilismo…
Roma, 17 aprile 2013
la CVDP – Commissione di Vigilanza
per la Democrazia Partecipativa
(movimento astensionista politico per
il rilancio della sovranità popolare)
Antonio Forcillo, portavoce