A scanzi di equivoci non sono ne’ “comunista”, tanto meno un “antiberlusconista”, ma sono e me ne vanto un antiliberista. Non solo per il fatto che il liberismo ( quello che una volta era conosciuto come capitalismo e sfruttamento dell’ uomo sull’ uomo ) e’ il contrario del principio solidarista inciso e dettato dalla nostra Carta Costituzionale. Gli articoli in questione dovremmo tutti conoscerli, per carpirne l’ essenza che ha come piattaforma l’ articolo due: “ La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”
I padri costituenti inserirono alcuni principi e criteri per facilitare queso principio fondamentale e inviolabile e qui potrei ricordare ai lettori alcuni articoli a partire dal 4:” La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società, per finire al 53 (Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività., Passando, dai rapporti etino-sociali a quelli economici e mi rendo conto che in un mondo liberista il principio solidarista della Carta Suprema e’ immaterializzabile. Faccio un esempio attuale, in Italia c’e’ ancora tanta ingiustia ( per non dire altro) sociale, dove il 10% della popolazione detiene ancora il 50% del “capitale” ( il capitale si puo’ dire?)mentre nel Paese c’e’ gente che fa la fame, quando non decide di ammazzarsi. Io personalmente non credo e non credero’ mai che almeno la meta’ di codesti benestanti, rinuncerebbero alla meta’ dei loro beni (o no !?)
Carlo Zaga