Imbarazzi

Un artista dovrebbe sempre poter dire la sua, ma non quando svolge un ruolo pubblico ed una funzione amministrativa.
E dire che l'incontro al quale era stato invitato Franco Battiato nelle vesti di assessore al turismo della Regione Sicilia, nella sede del Parlamento Europeo, aveva ben altro tema: “Nuovi percorsi fra turismo e cultura in Sicilia”.
Invece il cantautore, pittore e regista ha voluto accennare alla situazione politica italiana e, in questo ambito, ha affermato: “ Ci sono troie in giro in Parlamento che farebbero di tutto, dovrebbero aprire un casino”, scatenando un vespaio di polemiche a partire dalla neo presidente della Camera Laura Boldrini che ha commentato: “Stento a credere che un uomo di cultura come Franco Battiato, peraltro impegnato ora in un'esperienza di governo in una Regione importante come la Sicilia, possa aver pronunciato parole tanto volgari”.
Battiato stamani dice di essere stato frainteso, ma il suo intervento ha eccitato la stampa di destra, con Libero che ricorda come, solo pochi giorni fa, a Parigi, a margine di un suo concerto, abbia a detto “La destra italiana è una cosa che non appartiene agli esseri umani”, continuando con l’affermare che la vittoria di Roberto Maroni in Lombardia è solo frutto dell'ignoranza.
Io resto a dir poco sorpreso per i modi ed i toni, dal momento che Battiato è notoriamente persona molto simpatica, spiritosa, di acuta intelligenza ed anche molto comprensiva e tollerante. E poi, pochissimi mesi fa, commentando il suo ultimo film “Musikanten”, aveva dichiarato di aver individuato, come linee-guida, nella propria vita, armonia e chiarezza interiore, antidoti ad un disordine che porta come conseguenze ad insoddisfazione e depressione.
Ora è anche vero che da anni Battiato ha deciso di combattere il materialismo e per questo ha scelto un rapporto privilegiato con Sgalambro e Jodorowsky, ma è altrettanto vero che si è occupato di sufismo e definisce il maestro Mandel un altro se stesso.
Allora dovrebbe ricordare che il saggio mistico ripete spesso che l’amore di Dio si esprime attraverso l’amore verso gli altri, indipendentemente dalla loro condotta, con una sospensione dei nostri giudizi.
L’immaginazione è l’arte di cui Alejandro Jodorowsky si professa maestro, e che vorrebbe insegnare, ritenendo che sia la chiave che ci può permettere di accedere a livelli di comprensione e di coscienza superiori. Questa arte terapeutica si chiama psicomagia e consiste nel proporre al “richiedente” un “gesto poetico” da realizzare, in apparenza privo di logica, in realtà con un dirompente impatto emotivo, che lo porterà a vedere e percepire la propria realtà da un punto di vista diverso, sanante.
Allora, forse, era questa l’intenzione di Battiato al Parlamento Europeo, irrompere e dirompere con un gesto inatteso, estremo e sconvolgente. Ma anche ammesso tutto ciò, il ruolo ed il luogo non erano idonei.
“Il più grande dono è il dono dell'invisibile. Dissolversi significa consegnare al mondo ciò che gli appartiene”, ha scritto il poliedrico e prolifico artista cileno, tarologo restauratore dell’essenza originaria dei tarocchi di Marsiglia, autore di film e di fumetti. Allora, forse, considerando gli esiti, Battiato dovrebbe ridurre la sua propensione alla visibilità.
Certo il suo amico e mèntore Manlio Sgalambro, nel suo saggio di Adelphi “Della misantropia”, osserva che I più alti spiriti, sono stati misantropi; ma mai, aggiunge, con uscite volgari e pacchiane.
Schopenhauer negando la classica corrispondenza tra essere e pensare e dichiarando il primato della Volontà ripristina quanto aveva già detto il compaesano di Sgalambro e Battiato, Gorgia: l'essere non è, se fosse non sarebbe conoscibile, se fosse conoscibile non sarebbe comunicabile, dunque, l'uomo non domina nulla ma è dominato dalle forze oscure del Fato.
Ed è forse il destino di Battiato e altri che come lui filosofeggiano, quello di inciampare a volte su concetti spinosi, contorti e sbagliati. Come ha detto ancora Sgalambro, che pure ha scritto non solo di gnosi, ma anche canzonette per Battiato, Patty Bravo, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli e Milva ed è arrivato a esibirsi in concerto con Manu Chao, occorre adesso pensare per noi, esserini modesti che hanno fisionomia da bancari e cercano di far garantire dai dotti di turno la verosimiglianza dei loro ragionamenti.
Non meno imbarazzo esprime il governo con le dimissioni di Terzi per il “caso marò”, con una dura e secca dichiarazione durante una audizione alla Camera, in cui lamenta che la sua voce è rimasta “inascoltata” e dichiara: “Mi dimetto perché per 40 anni ho ritenuto e ritengo oggi in maniera ancora più forte che vada salvaguardata l'onorabilità del Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana. Mi dimetto perché solidale con i nostri due marò e con le loro famiglie”.
Di diverso avviso il ministro Di Paola, che invece resta al suo posto, in una seduta concitata, con momenti di tensione, come quando Vania Ardito, moglie di Girone, dalla tribuna del Parlamento ha urlato: “Ridatemi mio marito”.
Le dimissioni di Terzi hanno colto di sorpresa il presidente del Consiglio, che da ieri sera ha assunto ad interim gli Esteri. “Ho preso atto con stupore della dichiarazione del ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata resa alla Camera dei deputati nella quale ha annunciato le sue dimissioni”. Dimissioni che, aggiunge Mario Monti, “non mi erano state preannunciate”. Le valutazioni espresse alla Camera dal ministro Terzi, continua il premier, “non sono condivise dal governo, come ha già dichiarato il Ministro Di Paola. Domani – conclude il capo del governo – riferirò alla Camera e al Senato sull'intera vicenda.
Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha definito “irrituali” le dimissioni del ministro e ha convocato immediatamente il premier al Quirinale. Secondo fonti citate dall'Adn Kronos, Terzi ieri mattina aveva concordato con Quirinale e Palazzo Chigi una versione del discorso differente da quella poi effettivamente pronunciato. In particolare, tra l'altro, nella versione concordata non ci sarebbe stato il passaggio in cui Terzi sostiene di essere stato: “contrario a rimandare in India i marò”.
Il rimbalzo di decisioni contraddittorie prese dalla Farnesina e dal ministero della Difesa, prima con il rifiuto di rimandare in India i militari che avevano avuto la concessione a recarsi in Italia per votare, e poi con il cedimento alle pressioni di Delhi per un immediato rientro, ha provocato in questi giorni un'aspra polemica politica, con aperte accuse alla Farnesina di aver agito in totale autonomia.
Ora Terzi si chiama fuori, ma l’imbarazzo interno ed internazionale oltre al rischio sulla testa dei marò restano invariati.
L’India, anche per voce della italiana Sonia Gandhi, fa la sbruffona, mentre l’Europa langue e l’Italia cincischia.
Non Terzi ma i il titolare della Difesa, Giampaolo Di Paola, dovrebbe essere rimosso, come principale responsabile di una vicenda pasticciata e gestita in modo per lo meno sonnambolico e davvero poco professionale.
Si può discutere quanto valgano le dimissioni di un ministro parte di un governo dimissionario con pochi giorni di vita, ma quel che è certo è lo scossone politico provocato dall’addio di Giulio Terzi.
La grande trovata di Terzi, in mezzo a mille mosse sbagliate, era stata far approvare, a ottobre, un trattato sullo scambio dei condannati tra Italia e India. Poi il rientro, la decisione di non far ritorno e l’improvviso e cialtronesco dietrofront del 21 marzo, con operazioni che passano a Di Paola, ex Fli, oggi vicino al Pdl, che deve parlare ai soldati e alle famiglie, e al sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura, uomo di Monti, che esautora Terzi. De Mistura spiega che i marò sono stati restituiti in cambio della garanzia che non saranno condannati a morte, cosa non solo smentita dagli indiani, ma anche un cerotto su una ferita che ieri Terzi ha strappato.

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