LUCILLA CATANIA. STAREEANDARE

LUCILLA CATANIA. STAREEANDARE

Stareeandare, che è anche il titolo dell’importante monografia dedicata all’artista, presentata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna nell’ottobre 2011, sintetizza l’arte scultorea di Lucilla Catania in cui la tradizione (lo stare) dialoga produttivamente con l’innovazione (l’andare): un classicismo monumentale che non è mai neo-classicismo, un perfetto equilibrio crociano tra forma e contenuto.
Il progetto espositivo ideato da Luca Barreca e Roberto Gramiccia ricapitola il percorso artistico della scultrice dagli anni ‘80 ad oggi, in due diverse sedi istituzionali, che si sono aperte con lungimirante mecenatismo al dialogo del linguaggio antico col contemporaneo: il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘G. Tucci’ per la cura di Francesco di Gennaro, Paola D’Amore e Gabriella Manna e la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio, per la cura di Anna Imponente.
Presso il Palazzo Brancaccio a Via Merulana, sono esposte 14 sculture in marmo, pietra e terracotta riferibili ad un arco cronologico che va dagli anni ‘90 al 2013. Dieci opere (Bastone, 1991; Lacrima, 1992; Cielo, 1992; Gobba, 1992; Dadi, 1997; Scatole, 1997; Navigante, 2002; Libri in giallo, 2007; Canna, 2012 e Libro in giallo, 2012) inaugurano l’apertura delle nuove sale del museo, che verranno allestite dopo la mostra con l’esposizione permanente di un’importante donazione ricevuta dal museo nel 2005. Quattro lavori sono stati invece realizzati dall’artista espressamente per il percorso espositivo, collocandosi come contaminazioni produttive ed entrando in rapporto dialettico con alcune opere presenti nelle collezioni del museo. Nella sala dedicata al Vicino e Medio Oriente, Punzone dialoga con il pomello di porta del XV sec. proveniente da una città dell’Iran; nella sala dedicata all’arte e all’archeologia del mondo islamico Tappeti e Maniglie con Scatole e Scarpe si confrontano con le transenne marmoree, provenienti dal palazzo di Mas’ud III a Ghazni in Afghanistan, e con cippi marmorei funerari risalenti al XII sec.; la monumentale Escalier è invece affrontata alla superba lastra di periodo cinese – Han.
Se le opere collocate presso il ‘Giuseppe Tucci’ si confrontano con il contenuto di questo prestigioso museo, le opere collocate presso la sede della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio, si rapportano con un contenitore suggestivo, uno spazio che per la prima volta si apre all’arte contemporanea. Le 5 sculture (Voluta, Occhio, Delfino, Goccia, Atmosferica), riferibili alla metà degli anni ‘80, sono adagiate nel parterre del Giardino degli Aranci di Palazzetto Venezia, l’antico viridario di Paolo II, che oggi ospita il Lapidarium del Museo del Palazzo allestito dalla Soprintendenza speciale per il polo museale romano che ha offerto la propria disponibilità. Le arcate in travertino proteggono il dialogo serrato tra il giardino naturale e il giardino tutto di terra cotta delle sculture di Lucilla Catania.

Redattore: ANTONELLA D'AMBROSIO

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