Discussioni e dubbi in piazza

Di Carlo Di Stanislao

Sebbene il primo punto all’ordine del giorno della riunione di oggi dei ministri delle Finanze della zona Euro riguardi il salvataggio di Cipro che, per non fallire, ha bisogno di 18 miliardi, nel pomeriggio si parlerà dello stallo italiano dopo il pareggio elettorale, un pareggio ed un voto interpretati come un referendum contro le politiche di austerità imposte da Bruxelles.
Intanto i mercati stanno a guardare e Piazza Affari, dopo una settimana in rosso costante con cedimento complessivo di 3 punti e mezzo, continua a cadere, con -2% in apertura, recupero fino a -0,6 a metà mattina e necessità di sospendere temporaneamente Mediobanca per eccesso di volatilità, con un ribasso teorico intorno al -5%.
Lo spread continua a stare sopra 300, oscillando attorno a 340, mentre la cedola dei nostri titoli sul mercato secondario è del 4,8%.
Bersani ovunque, a partire da Che Tempo che Fa di Fazio, ripete che la prima parola tocca al Pd che ha la maggioranza e si dichiara fiducioso di ricevere l’incarico da Napolitano, dicendo a Grillo che deve togliersi la maschera, mentre questo, con il guru Gianroberto Casaleggio, artriva all’Hotel Universo di Roma, accolto da uno scrosciante applauso dei 163 neoeletti di M5S.
E mentre sia la base che i vertici snobbano la stampa italiana (rea di averli snobbati per oltre cinque anni), lui, l’ex comico, rilascia intervisti ai giornali stranieri, addirittura due al New York Times, dove si definisce il “pungolo della politica italiana”, dice no all’intesa PD-PDL, si al referendum sull’euro e propone come nuovo presidente del consiglio Corrado Passera, che però non fa commenti sul tema.
“Siamo un movimento nato dal basso e il primo nostro obiettivo è stato quello di mettere gente onesta a guidare il paese. Un pò come accade nel resto d’Europa, ma difficilmente in Italia”, dice Grillo e continua: “Io sono un convinto europeista. Sono a favore di un referendum online sull’Euro e sono allo stesso tempo a favore di un’Europa unita, ma che sia moderna, che parli la stessa lingua e non undici differenti come accade al parlamento europeo. Dobbiamo utilizzare però nuove parole. L’Europa non può essere fondata su parole come spread e obbligazioni, ma su temi comuni. Un’Europa non di finanza, ma di persone. Anche il fisco dovrebbe essere uniformato tra i vari paesi, sennò che Europa siamo?”.
Nel frattempo Martin Shultz, presidente dell’Europarlamento gli manda a dire, per mezzo della televisione, che spera in una sua alleanza con il Pd perché i voti presi dal suo partito sono tali che non è possibile rimare spettatori.
Ora resta da vedere se Bersani riuscirà a convincere i parlamentari grillini a votare la fiducia, perché, in caso contrario, bisogna tornare e rapidamente alle elezioni.
Ma sono possibili anche altri scenari. Il Corriere, ad esempio, ne ipotizza tre: governo di minoranza col Pd va da solo (a tempo); esecutivo di scopo per la riforma elettorale, con premier o Pd o un tecnico; larghe intese tra i partiti o premier e ministri tecnici, con Pd, Pdl e Scelta Civica che potrebbero accordarsi per affrontare l'emergenza.
Quanto a Jacobo Iaboni su La Stampa, l'ultima idea dei 5 Stelle sarebbe quella di andare avanti con il Prof”Monti, che proponga leggi buoni capaci anche di raccogliere l’assenso dei Grillini.
Pertanto ci sono molte ombre sul nostro futuro immediato perché, come scrive su Blitz Quotidiano Mino Fuccillo, è difficile riproporre il modello siciliano in Parlamento, in primo luogo perché Rosario Crocetta è stato eletto con un suffragio popolare, mentre nessun suffragio popolare ha eletto Bersani presidente del Consiglio. E la differenza è enorme e di sostanza.
Inoltre, alla Regione Sicilia Rosario Crocetta ha la maggioranza, mentre al senato della Repubblica Bersani non ha la maggioranza.
Ancora, in Sicilia M5S consente a Crocetta di governare concordando qua e là su qualche provvedimento. Anzi in Sicilia M5S contratta la rinuncia all’ostruzionismo sulla legge di bilancio in cambio del no della Giunta al radar americano oggi e magari al rigasificatore domani. In Italia Grillo non solo dovrebbe consentire ad un governo Bersani di governare magari contrattando, ad esempio, il no ufficiale alla Tav.
Per questo alcuni dicono che, alla fine, un governo se si farà sarà con intesa a tema e a tempo fra Pd e Pdl ma, come sappiamo, in questo caso Bersani dovrà vedersela con Berlusconi che, come si sa, di fare un governo responsabile se ne frega, perché a lui interessa che tutto gli giri attorno e chi vuol girare con lui deve pagare pedaggio: ad esempio un salvacondotto giudiziario nella forma della presidenza del Senato o, magari, della Camera.
In queste ore il “caimano” attende gli eventi e si concentra sui suoi guai, su più fronti, con la giustizia: venerdì mattina a Milano, col processo di appello del caso Mediaset, in cui è stata chiesta per una condanna a quattro anni e, poi, l'inchiesta di Napoli sul senatore Sergio De Gregorio, che ha dichiarato ai pm di aver ricevuto soldi per cambiare casacca in favore di Berlusconi ed aggiunto che molti altri lo hanno fatto.
Berlusconi dice che la cosa non è mai avvenuta, i suoi strepitano contro la solita giustizia ad orologeria e minacciano una sommossa di piazza, ma intanto Valter Lavitola, accusato di tentata estorsione ai danni di Berlusconi e suo mediatore, secondo De Gregorio, nella compra-vendita di eletti, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi dal gup Francenco Cananzi, al termine di un processo celebrato a Napoli con rito abbreviato.
Il 23 marzo il Popolo della libertà scenderà in piazza perché “c'è una parte della magistratura che usa la giustizia per combattere ed eliminare gli avversari politici che non riescono ad eliminare con il sistema democratico delle elezioni” e, intanto, ma inascoltato o quasi, il presidente dell'ANM, Rodolfo Sabelli, evidenzia come “evocare la piazza è fuori luogo in una fase politica molto delicata” perché “vuol dire screditare le istituzioni, che fanno parte di un sistema unitario. Così si indebolisce lo Stato e le istituzioni tutte”.

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