Camelie a Locarno

Di Carlo Di Stanislao

Le camelie erano il fiore preferito e inseparabile di Marguerite Gautier, la prostituta di lusso francese protagonista del romanzo ‘La signora delle camelie’ (La Dame aux camélias) scritto nel 1848 da Alexandre Dumas figlio, ispirato alla triste storia della sua amante, Marie Duplessis (Alphonsine Plessis), conosciuta nel 1844 e deceduta tisica, tre anni dopo, a soli ventitré anni.

Le più belle sono dello Yuanan, ma sono coltivata in tutta la Cina ed il Giappone, simbolo sia di dell’unione perfetta e devozione eterna tra innamorati, che di qualcosa che si è interrotto improvvisamente o spezzato.
In Cina, le camelie sono simboli portafortuna anche nel Capodanno e , in questa occasione, vengono anche offerte agli dei, come richiesta di rinascita e di rinnovamento.
E’ diffusa la credenza popolare secondo la quale le donne cinesi non dovrebbero mai indossare una camelia tra i capelli: fiorendo molto tempo dopo che la gemma si è formata, equivarrebbe a dover aspettare a lungo di rimanere in stato di gravidanza. Ma in molte zone della Cina, soprattutto nel sud-ovest, dove le camelie sono più popolare, sono anche considerate il fiore adatto ai figli giovani di entrambi i sessi.

A seconda del colore, il significato della camelia trasmette un messaggio diverso: rosa significa nostalgia e desiderio di ritrovarsi, mentre rosso dichiara che il cuore è infiammato di passione, ma entrambi le tonalità rappresentano l’amore romantico; variegata è simbolo di fiducia e speranza; bianco testimonia profondo affetto, compreso quello che prova un genitore verso il figlioletto, a fiore doppio segnala quanto si pensi a chi lo si invia, semplice indica adorazione e bellezza.
Anche quest’anno, per la sedicesima volta, le camelie orneranno la città di Locarno, sul Lago Maggiore, nel Canton Ticino, dal 20 al 24 marzo, per la più importante rassegna europea dedicato al fiore dai morbidi petali dolcemente arrotondati, con un allestimento che riguarderà 300 diverse specie provenienti da tutto il mondo e soprattutto cinesi, giapponesi e coreane.
Il ricco programma prevede anche numerosi appuntamenti collaterali, momenti culturali, un mercato di fiori e libri e vari interventi a tema, con la partecipazione di esperti di fama mondiale, che ci parleranno di aspetti fra i meno noti di questa pianta cespugliosa originaria dell’Asia sud-orientale e dell’est, dall'Himalaya fino al Giappone e all’Indonesia, diffusa in tutto il mondo, inizialmente per le pregiate foglie utilizzate per preparare il tè.
Molto affascinante la storia, risalente al 2737 a.C., che vide protagonista l’allora imperatore della Cina, Shen Nung. Costui, essendo molto attento all’igiene, aveva dato ordine alla servitù di far bollire l’acqua da bere. Per meglio sorvegliare il lavoro si sedette sotto un albero nei pressi delle caldaie. Una folata di vento fece cadere delle foglie nel recipiente dell’acqua calda destinata a dissetare gli uomini: fu così che il sovrano, senza saperlo, bevve il primo tè della storia. Sempre nell’antichità le piante di camelia erano considerate piante che non morivano mai: in quanto simbolo di immortalità venivano quindi piantate sulle tombe dei samurai. Forse più veritiero è l’aneddoto riguardante la sostituzione da parte dei Cinesi, a danno degli Inglesi, di piante del thè (Camellia sinensis) con esemplari di Camellia japonica per evitare che le prime si diffondessero in Occidente.

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