La primavera è ancora lontana, ma la campagna elettorale per varare la XVII Legislatura è in frenetico svolgimento. Per tutti i contendenti al Parlamento, la “crisi” sembra già lontana e le promesse per ridurre i carichi impositivi si hanno lasciato frastornati. L’Italia, però, non è più quella del secolo scorso. La gente chiede certezze che nessun politico è in grado di garantire. Perché, piaccia o no, i problemi d’oggi s’andranno a sommare a quelli di domani. Il Popolo italiano pretende sicurezza sociale. I politici la promettono, ma senza i necessari presupposti per poterla garantire. Il mancato varo di una nuova legge elettorale è la premessa di quanto si preferisce non modificare, almeno per la prossima Legislatura, il quadro delle influenze politiche nel Bel Paese. Ancora una volta, non saranno gli elettori a decidere del loro futuro, ma le alchimie di un sistema maggioritario/proporzionale che sarebbe dovuto andare in pensione già da tempo. Il Cittadino chiede più dignità; i politici, invece, prediligono garantire eventi che, per la loro genericità, non andranno a modificare la precarietà di un sistema destinato, in ogni caso, a crollare. Le strategie per non “cadere” hanno già fatto parecchie vittime. Insomma, l’impianto s’avvia al tracollo e, al massimo, il prossimo Esecutivo sarà in grado di modificare le nefandezze d’alcune leggi sull’onda emozionale, senza la certezza della “copertura” per poterle confermare. Per noi la Democrazia e tutt’altra cosa. Basta gridare al “lupo”, quando sono le “pecorelle” a farla da padrone. Resta evidente che, da noi, è sempre in auge la tesi di “non parlare”, antecedendo il “fare”. Prima di cambiare le leggi, c’è da modificare il sistema. I politici ben lo sanno, ma preferiscono tergiversare per il timore di perdere consensi; anche quelli degli indecisi e dei fatalisti dell’ultima ora. Finiamola di modificare le leggi sull’onda delle emozioni. Come più volte abbiamo scritto, la prima meta da consolidare è la riduzione dei costi della politica. Quindi, via il finanziamento pubblico dei partiti, i rimorsi delle spese elettorali, gli appannaggi degli eletti in Parlamento ed i privilegi di casta. Questo sotto il profilo generale. Poi, dimezzare i membri di Camera e Senato e col divieto della nomina dei Senatori a vita. Questo dovrebbe essere il primo passo della Repubblica dopo Monti. Poi, nel quinquennio di Legislatura, provvedere alla formulazione di una nuova legge elettorale con l’eliminazione della Circoscrizione Estero col voto, politico e referendario, “universale” per via elettronica. Confermando, finalmente, il concetto del diritto per cittadinanza; senza considerare le contrade di residenza. Quindi, tutti italiani, Nei diritti e nei doveri. Senza limitazione di confini e ghettizzazione di candidati. Un primo segnale, non certo da sottovalutare, è stato lanciato dal Movimento “Insieme per gli Italiani”. Per la prima volta, dal varo della Legge 459/2001, abbiamo rilevato una granitica volontà in tal senso. Come non è sfuggita a noi, siamo certi che non lo sarà per altri. Nel nuovo Parlamento, pur se varato con le vecchie regole, ci saranno Eletti che porteranno in Aula il loro credo, la validità del nuovo modo di gestire la politica nel Bel Paese. I risultati non mancheranno e la Commissione per le Riforme Costituzionali, finalmente, riprenderà il suo indispensabile lavoro. Quindi, se questa Legislatura saprà ancora di “passato”, la successiva avrà matrici nuove. Differenti fini e meno compromessi da dover gestire. Sistemata la questione politica, che è stata la causa primaria di tanti nostri mali, la ripresa economica alzerà la testa. I programmi di governo non saranno più stravolti ed i cambiamenti, utili e necessari, consentiranno di spezzare “vetuste” cordate. Finiamo, rammentando il motto: “né Destra, né Centro, né Sinistra: Insieme per gli Italiani”. Chi vuole intendere, ora, è nelle condizioni per poterlo fare.
Giorgio Brignola