"I banchieri stiano fuori dai Partiti"

Bersani a Palermo: “La Sicilia può essere la nostra Florida. Se qui avremo un voto squillante, realizzeremo un fatto decisivo: il giorno dopo si dirà che l'Italia è una sola e si chiuderanno dieci anni di leghismo. In questa campagna elettorale si gioca una cosa semplice: o vinciamo noi o vince la destra e noi vogliamo batterla e mettere al centro: moralità, legalità e lavoro”
di Maria Antonella Procopio, pubblicato il 31 gennaio 2013 , 178 letture
inShare.0 “Monti ha invitato la politica a stare fuori dalle banche? Sono d'accordo dieci volte. Io dico a Monti, i banchieri stiano fuori dai partiti”. Pier Luigi Bersani, ha così introdotto il suo intervento, nel corso di una manifestazione elettorale a Palermo, replicando alle dichiarazioni Monti, sul rapporto tra politica e finanza.

Ed è tornato sul tema liste pulite. “Se il Pdl avesse applicato il nostro codice etico ne avrebbe dovuto buttar fuori una vagonata. Neanche Berlusconi sarebbe candidabile da noi. La nostra Commissione di Garanzia – ha spiegato – è andata molto avanti nei meccanismi di tutela del nostro buon nome”. E sull'esclusione di alcuni candidati 'eccellenti' in Sicilia in particolare, Bersani ha aggiunto: “E' stata una scelta che ha prodotto ammaccature, ma alla fine è stata compresa”.

Riguardo le polemiche sul “voto utile”, Bersani ha le idee chiare: “Con Ingroia non ci sono state trattative, ne' sedie, ne' tavolini. Siamo gente seria. C'e' stato solo un ragionamento politico, i voti son tutti utili, c'è un voto che può essere utile per testimoniare, un altro utile per protestare, ma se si cerca un voto utile per battere la destra e per vincere c'è un solo utile, quello per noi. Ciascuno si decida e stia attento a non favorire la destra. In questa campagna elettorale si gioca una cosa semplice: o vinciamo noi o vince la destra” .

ll candidato premier del centrosinistra, quindi, ha spiegato il ruolo fondamentale della Sicilia nelle prossime elezioni: “La Sicilia – ha detto – può essere la nostra Florida. Se dalla Sicilia viene un voto squillante, realizzeremo un fatto decisivo: il giorno dopo si dirà che l'Italia è una sola e si chiudono dieci anni di leghismo. In questa Regione il giaguaro, in ottobre, lo abbiamo smacchiato. Adesso c'è il giaguarone da smacchiare. Vince chi arriva prima in Sicilia come in Lombardia – ha proseguito ancora – siamo pronti ad affrontare queste sfide con grande fiducia ed invitiamo tutti a considerare che per la prima volta può esserci uno stesso governo riformista e di cambiamento alla Regione siciliana e in Italia per cambiare le cose e mettere al centro moralità, legalità e lavoro e per farlo bisogna battere la destra e si può farlo.

Voglio chiudere l'era leghista – ha ribadito ancora durante la tappa siciliana, riprendendo il discorso tenuto a Trieste – l'idea che affondando il Sud, il Nord galoppa è risultata una assurdità”, ed ha ribadito che “il centrosinistra è pronto al dialogo anche con gli altri schieramenti, ma – ha aggiunto – non con chi sostiene il leghismo che ha portato alla rovina il Paese”.

Rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla candidatura dei magistrati alle Politiche. “Per quanto ci riguarda – ha chiarito – c'è una riduzione della presenza di magistrati rispetto al Parlamento precedente. Se invece ci si riferisce alla nostra scelta condivisa di candidare Pietro Grasso – ha proseguito Bersani – si tratta di un magistrato lontano da tempo dalla gestione attiva, che mette la sua esperienza in magistratura a disposizione del Parlamento, per farci capire meglio come fare leggi che aiutino la moralità pubblica, la lotta alla corruzione e la lotta alla mafia, questo è il senso della sua presenza. Attenti a non fare della legalità una questione e uno sgabello di fazioni”.

A margine della manifestazione in Sicilia, Bersani, ha commentato il no di Pierferdinando Casini a possibili accordi con Nichi Vendola: “Noi abbiamo l'alleanza con Tabacci, Vendola, e con i socialisti. Abbiamo fatto la nostra foto di gruppo. Ci hanno visti tutti. Possiamo piacere o non piacere. Io invito a fare una foto di gruppo anche agli altri. Ancora non ne ho viste con Berlusconi, Maroni e Storace, nè con Monti, Fini e Casini, o con Ingroia, Di Pietro e Ferrero.
Ognuno si presenti per come è. Poi andiamo a discutere come quel tipo di alleanze può stare assieme”.

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