La Regione ha deciso ma la mobilitazione continua
Il moderatore della Tavola valdese invia un messaggio agli organizzatori delle manifestazioni di sabato prossimo: “Siamo amareggiati e indignati: la Regione non sente ragioni e agisce con la politica del fatto compiuto”
Roma, 11 gennaio 2013 (NEV-CS02) – Nonostante l’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte ritenga la questione ormai chiusa, prosegue la mobilitazione a sostegno degli Ospedali valdesi del Piemonte: sabato 12 gennaio, alle ore 15 in piazza Castello a Torino, si svolgerà una mobilitazione a difesa dell’Ospedale valdese della città, il secondo della Regione e presidio di eccellenza per gli interventi al seno. Nello stesso giorno e alla stessa ora avrà luogo un’analoga manifestazione a Pinerolo indetta dalla Commissione esecutiva del I° Distretto, l’organo di governo regionale della Chiesa valdese. Il piano di “riorganizzazione” varato dalla Regione, infatti, oltre allo spostamento in altra sede delle attività svolte dall’ospedale di Torino, prevede la chiusura di quello di Torre Pellice e il ridimensionamento di quello di Pomaretto, due presidi storici nel territorio delle Valli valdesi.
Nelle scorse settimane il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, ha incontrato due volte il ministro della salute, prof. Renato Balduzzi, che ha espresso attenzione alla preoccupazione della Chiesa valdese e degli utenti per il destino annunciato di queste strutture sanitarie piemontesi; l’assessorato regionale si è però irrigidito sul suo programma d’intervento respingendo ogni proposta alternativa.
“Siamo amareggiati e indignati – si legge nel messaggio del moderatore inviato agli organizzatori delle due manifestazioni – perché il riordino della rete ospedaliera piemontese colpisce in modo particolare gli storici presidi valdesi di Torino, Torre Pellice e Pomaretto, chiudendoli o riducendone drasticamente il servizio. Siamo amareggiati e indignati – prosegue Bernardini – perché gli impegni della Regione Piemonte assunti dal 2004 al 2007 sono stati disattesi nella forma e nella sostanza, impedendoci perfino di dare nella sede istituzionale prevista il ‘parere obbligatorio sugli atti di programmazione e organizzazione’ relativi al presidio di Torino”. Siamo amareggiati e indignati – conclude il moderatore – perché la ‘politica del fatto compiuto’, che pare caratterizzare l’azione di questa riorganizzazione sanitaria regionale, impedisce lo svolgimento della corretta dinamica istituzionale non solo nei confronti della nostra comunità di fede, ma anche dei comuni, della società civile e dei lavoratori allargando la distanza tra istituzioni e cittadini”.