In modo del tutto differente, sono iniziate le grandi manovre politiche per tentare di garantire una certa governabilità nel Bel Paese. Berlusconi è tornato in campo; anche se, ufficialmente, non n’era mai uscito. Non con note improvvisate, ma certamente con l’impressione di voler dialogare. Allo stato attuale, non è facile individuare chi potrebbe governare e chi, invece, avrebbe un ruolo d’opposizione. Sono certe posizioni “asettiche” che non ci convincono. Chi è “pro” o “contro” il Cavaliere esca allo scoperto; anche per evitare che altri lo anticipino nei tempi. Insomma, l’uomo d’Arcore non sembra cercare nuovi alleati. Forse, intende rifondare un Partito teso al futuro, ma senza rinunciare a certi prologhi del passato. Un altro Esecutivo “Liberista” proprio non lo possiamo neppure immaginare. Non ci sono più i presupposti di “scavalcamento” che preoccupavano il centro/desta alla fine degli anni’ 90. Oggi, su una realtà possiamo contare ed è quella di un centro allargato. Vale a dire “diviso” tra destra e sinistra. Questo nell’immediato fronte politico. Differente è il nostro sentore se si ragiona a medio termine. Scontato che la prossima Legislatura è ancora tutta da focalizzare, riteniamo che non ci sarà più un “braccio di forza” tra chi intende governare il Paese e chi lo ha già governato. Nomi nuovi non ce ne sono ed i vecchi non godono più della fiducia dell’elettorato. Non solo per la rovinosa caduta economica della Repubblica, ma anche per i chiari segnali d’opportunismo che tutti i partiti non riescono più a nascondere. Il Cavaliere si è ben reso conto che i tempi sono cambiati; anche per lui. Gli uomini del Partito Democratico (PD) non si trovano in condizioni più favorevoli. Essersi trasferiti sull’Aventino, per più di un anno, ha declassato tutti e la “sfiducia” a Monti non ha cambiato di molto il quadro politico nazionale. Ci sono, di conseguenza, tentativi di nuove alleanze con partiti che, per la loro natura, non hanno avuto la possibilità d’entrare nella stanza dei bottoni. Tra i meno compromessi, ci potrebbero essere gli uomini “nuovi” spasmodicamente ricercati a destra ed a sinistra. Il centro, per ora, rimane in una posizione neutra ed è difficile che le riserve politiche della sua Dirigenza siano sciolte in tempi brevi. Tutto dipenderà dalla reazione del Professore e dalle consultazioni col Quirinale. A nostro avviso, l’importante è che l’Italia sia messa nelle condizioni di riprendersi senza altri traumi. Anche perché, ma non è la prima volta che lo scriviamo, siamo stufi di promesse disattese, di programmi non rispettati, della mancanza di possibili alleanze nel nome della stabilità. Ma, soprattutto, siamo amareggiati per la scarsa considerazione politica dei nostri Connazionali oltre confine. Quasi che i milioni d’italiani nel mondo non costituiscano parte integrale dell’organizzazione sociale nazionale. Vivere altrove non è una colpa e se le radici italiane ci sono non possono essere minimizzate. Le responsabilità politiche non pagano se non al momento del voto. Su quest’assioma non ci sono dubbi, né alternative. Dato che il Cavaliere non è riuscito a mantenere ciò che aveva promesso, saranno in grado di farlo gli altri contendenti? Un interrogativo che ci siamo posti e che poniamo a chi ci segue. La Penisola non ha bisogno di nuove pensate, né di programmi impercorribili. Tornare alla fiducia resta un’impresa titanica che, purtroppo, non troverà preparato il nuovo Parlamento, né l’Esecutivo che dovrebbe riqualificare il Paese.
Giorgio Brignola