TAGLI AUSPICABILI

In atmosfera di “tagli”, torniamo a prospettare, anche se si sentiamo dei rematori controcorrente, una “riduzione” dei Parlamentari della Repubblica. Ora, i Deputati sono 630 (compresi quelli eletti nella Circoscrizione Estero). I Senatori 315. Quindi, la metà numerica dei precedenti. Però, mentre il numero dei Deputati è “fisso”, quello dei Senatori può aumentare. Infatti, al numero ”canonico” si aggiunge anche quello dei Senatori a vita di nomina presidenziale e fanno parte del Senato (sempre a vita) gli ex Capi dello Stato (salvo rinuncia). Dietro ai numeri, ci sono somme da sborsare. Alte e troppe per un’economia sempre più in involuzione che impone sacrifici spesso “indifferenziati”. Se tagliando si risparmia, si può farlo anche nella composizione numerica del nostro Potere Legislativo.

Ora ci sono troppi gruppi parlamentari che stonano con le reali finalità di una politica, oggettivamente, troppo”allargata”. Da alcuni anni, abbiamo ipotizzato un Parlamento assai più snello senza variabili di sorta. Né pregiudizi di composizione. In pratica, un buon 30% in meno di Deputati e stessa percentuale per i Senatori. Passando ai numeri: 44O inquilini a Montecitorio e 220 a Palazzo Madama. Più che sufficienti per dare un assetto politico attendibile al Bel Paese.

Via i Senatori a vita a qualsiasi titolo. Le “indennità” parlamentari dovrebbero essere riviste a scendere. Chi è assente ”ingiustificato” alle riunioni in Aula o Commissione dovrà essere sanzionato. Nei modi e nei tempi che spetterebbero essere gestiti da un comma specifico della nuova Legge Elettorale. Nessun vitalizio; perché fare il “parlamentare” non è un mestiere. Nella nostra ipotesi, non tanto impossibile, è cancellata la Circoscrizione Estero.

I Candidati oltre frontiera potrebbero “correre” per le formazioni politiche in Patria o come Indipendenti. Contestualmente, anche il voto postale è mandato in “pensione”. Il voto attivo è esercitato nelle Circoscrizioni nazionali, che saranno identificate dalla nuova normativa sul voto, direttamente dai Paesi ospiti per via elettronica. I Certificati Elettorali permanenti (delle dimensioni di una carta di credito) avranno l’impronta digitale.

Il meccanismo che abbiamo riportato, tra l’altro, andrebbe a diminuire di parecchie le spese attive e passive necessarie per mettere in moto la macchina elettorale. Questa è una nostra tesi. Una delle tante. Siamo nell’attesa di riscontri o altre proposte di chi intende contribuire al dibattito in Patria e all’estero.

Giorgio Brignola

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