Fedi (PD): Ricominciare a tessere le fila di un lavoro comune

Credo sia importante comprendere come in questa fase, delicata per l'Italia e per la sua presenza all'estero, il primo obiettivo è la solidarietà tra tutti noi e la ripresa del lavoro comune sui temi vicini alle nostre comunità nel mondo. Lavoro e impegno messi a dura prova dall'azione del Governo Berlusconi – ha ricordato l'On. Marco Fedi ai lavori del Comitato dei Presidenti dei Comites, riunito a Canberra domenica 11 novembre, cui ha fatto seguito la riunione annuale di coordinamento con il Cgie e la rete consolare presso la residenza dell'Ambasciatore.La legge di stabilità potrà fornire occasione di ulteriore ripresa di impegno, sia sui capitoli di bilancio del Ministero degli Affari Esteri, per i quali il recupero di risorse è stato esiguo durante la parentesi del Governo Monti, che sul tema delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia che registra una positiva ulteriore proroga ma che richiede invece un definitivo superamento ed il riconoscimento permanente di questa detrazione fiscale. È necessario affermare la parità di trattamento tra cittadini italiani senza ingiuste esclusioni per i residenti all'estero. Abbiamo lavorato per evitare ulteriori altri tagli ai Patronati, sia per il loro insostituibile ruolo in Italia e all'estero, in un momento di crisi economica e di conseguente bisogno di sostegno ai più deboli, che per la loro azione di sussidiarietà e complementarietà rispetto alle crescenti lacune della rete diplomatico-consolare nel mondo.Credo sia utile – ha rilevato Fedi – misurare l'efficacia dei call centres. In ogni caso siamo tutti chiamati a ricalibrare la nostra azione pensando ai servizi diretti agli utenti, riducendo le liste di attesa per alcune pratiche e rafforzando, non indebolendo, la rete consolare. Dobbiamo lavorare per una rete consolare efficace ed efficiente che valorizzi il personale a contratto, rispettando convenzioni, accordi e regole e soprattutto adeguandone le retribuzioni.Credo sia indispensabile, infine, lavorare insieme per affermare le ragioni della presenza della lingua italiana in Australia. Il documento del Governo australiano, che propone l'obbligo di una lingua asiatica nelle scuole, crea le condizioni per un dibattito aperto sul tema dello studio delle lingue straniere in Australia. Per questa ragione dobbiamo richiamare il Ministero degli affari Esteri alla necessità di una politica culturale e linguistica nel mondo, oltre a garantire un livello degno di finanziamenti. Possiamo affermare il principio della parità dell'Italiano con altre lingue, in una logica di sana competizione, anche a livello di base, se, oltre a lavorare con la famiglie e con la società australiana, garantiamo a chi è impegnato ogni giorno nella nostre scuole, dignità, rispetto, attenzione e sostegno. Anche con adeguati investimenti finanziari.

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