CHE SERVE PROTESTARE?

Dopo un anno dal mandato presidenziale, la Squadra Monti ha evidenziato tutta la sua fragilità. Le “intese”, sempre più risicate, col nostro Potere Legislativo non sono confortate da una coerente condotta politica. Le tensioni, ora, non si possono più minimizzare. Intanto, il Paese si prepara, a modo suo, per le consultazioni politiche generali della tarda primavera 2013. La situazione nazionale ha portato alla ribalta della cronaca profonde incomprensioni in parte anche dovute ad una manovra economica che non consente d’”ossigenare” la nostra produttività. Se prima si poteva sperare, ora ci si augura che il tutto non peggiori. Dato che le premesse ci sono proprio tutte. Il prossimo Esecutivo, qualunque sia la maggioranza che lo sostiene, non avrà vita facile e, a nostro avviso, neppure tanto lunga. Tra i tanti Partiti nati dopo il 2000, non ce n’è nessuno che possa meritare la nostra fiducia incondizionata. Senza una linea di programma che non è sulla falsa riga di quell’adottata dal Professore, è meglio aspettarci il peggio. Che Monti abbia”polso” nessuno lo nega. Certo è che le responsabilità che si è assunto nei confronti del Paese, a nome e per conto di una pedante “non sfiducia”, ci ha reso refrattari all’ottimismo. Anche quello di facciata. Dietro le apparenze, c’è la “sostanza”. Polemiche a non finire ed a tutti i livelli. La stessa Legge di Stabilità 2013 potrebbe essere rivista dal nuovo Parlamento.

Del resto, anche nelle aule del Potere Legislativo si polemizza. Il malessere si è diffuso a macchia d’olio. Gli accordi anche più insignificanti si sono infranti. La tempesta s’avvicina; pure se dietro la trovate delle consultazioni “primarie” destra e sinistra rimangono barricate su posizioni già insostenibili all’epoca di Berlusconi. Il PD non subirà, a nostro avviso, un preoccupante tracollo elettorale, ma neppure il PdL risentirà negativamente della guida Alfano. L’idea di una grande sinistra è tramontata da almeno vent’anni. Registriamo, però, ancora i “nostalgici” che vivono nei ricordi di un passato che ha abbandonato la storia del mondo. Da un anno, tranne che il popolo “torchiato”, nessuno critica apertamente l’Esecutivo degli Ignoti. Lo stesso Primo Ministro ha confermato che, dopo la fine del suo precario mandato, non può offrire garanzie per il futuro. Saremmo curiosi sapere chi glielo ha chiesto. Tramontate le alchimie politiche, si comincia a guardare ciò che si dovrebbe fare; pur se non sempre combacia con quello che si potrà fare. Con certezza, si stanno prospettando le basi di quell’instabilità che abbiamo, da sempre, temuto. Protestare non serve proprio a nulla. Invece di farci sentire sulle piazze, sarebbe assai meglio essere propositivi. L’intelligenza non ci manca. Usiamola.

Giorgio Brignola

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