Ma l’italianità si manifesterà con la ciclopica forza del Nuovo Risorgimento, un ideale ponte invalicabile in contrapposizione al diabolico disastro politico economico e sociale orchestrato dall’interno e dall’esterno della Patria nostra.
Nei giorni scorsi, in Italia si e’ celebrato l’Anniversario della Firma dell’Armistizio del novembre 1918, relativo alla Prima Guerra Mondiale, conclusasi con la Vittoria nei confronti di uno degli Eserciti più forti del Mondo. Infatti, la si celebra il giorno dopo cioè il 4 novembre di ogni anno con la Festa delle Forze Armate Italiane. Forse sono pochi coloro che ricordano tale e brutale guerra vinta dal Regio Esercito, con una settimana in anticipo, rispetto a quella celebrata dalla Francia, Regno Unito e dagli U.S.A.
Quella fu una guerra cruenta e brutale ed il Regno d’Italia, cercò di eluderla perché non tutto il popolo italiano intendeva coinvolgersi ed il Regio Esercito non era sufficientemente preparato per affrontarla, difatti all’epoca, ovvero il 24 Maggio del 1915, quando l’Italia decise d’entrare in guerra i nostri soldati indossarono le divise del modello francese per allinearsi con la Francia ed il Regno Unito, (gli Stati Uniti si convolsero con un esercito di volontari ma necessari sul fronte francese-tedesco). In Italia ci furono due correnti d’opinione politica, una contro la guerra, l’altra interventista a tale guerra.
L’intervento dell’Italia fu l’occasione ultima, affinché si concludesse la IV Guerra del Risorgimento onde annettere la Regione della Venezia Tridentina (Trento e Bolzano), Venezia Giulia (Gorizia e Trieste), l’Istria ed altre Terre Dalmate. Il conflitto per l’Italia durò 3 anni, 5 mesi e 10 giorni. Per l’Italia tale periodo fu veramente un inferno e corse il pericolo di perdere la guerra dovuta alla inaspettata, disfatta di Caporetto, nel mese di ottobre 1917.
Il drastico e necessario provvedimento della sostituzione del Comandante in Capo, Generale di Corpo d’Armata S.E. Luigi Cardorna, con il nuovo Comandante in Capo, Generale di Corpo d’Armata S.E. Armando Diaz, che risultò determinante, perché l’anno successivo nel giorno 3 Novembre 1918, costrinsero agli austriaci a chiedere l’armistizio come detto, uno dei più forti eserciti del mondo. La Vittoria ottenuta con martiri, eroi ed il sacrificio di tutto il Popolo Italiano, caddero sul campo di battaglia centinaia e centinaia di migliaia di soldati ed enormi danni alle cose, strade, ferrovie, ponti, chiese, palazzi fabbriche ed edifici.
Trascorsero 22 anni dalla fine della I Guerra Mondiale, l’Italia coinvolta nel II Conflitto Mondiale, non voluta e perduta, al Regno d’Italia ed a tutto il Popolo Italiano costò altre centinaia di migliaia di soldati caduti sul campo di battaglia, feriti e reclusi nei vari campi di concentramento (gestiti dagli inglesi, americani, russi e tedeschi) enormi sacrifici subiti da tutto il Popolo Italiano, del Sud e del Nord Italia, oltre ai danni subiti alle cose, ferrovie. trade, ponti, chiese, case, palazzi, fabbriche e altri danni notevoli a piccoli centri urbani ed alle grandi città che furono bombardate, quindi semidistrutte. Infatti, all’epoca dal 1940 al 1943 dall’aviazione e dall’artiglieria inglese ed americana e dal 1943 al 1945 anche dall’aviazione e dall’artiglieria tedesca.
Nonostante che al Regno d’Italia fu riconosciuta come nazione anche dopo l’armistizio dell’8 Settembre del 1943 e soprattutto come belligerante, nel Trattato di Pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947, non ci fu nessun segnale di clemenza come merito di collaborazione con le truppe alleate, impegnate contro le truppe tedesche che invasero l’Italia, dopo l’8 settembre 1943. Ci furono tolti territori storicamente italiani sottraendoci nel 1947 una parte della Regione della Venezia Giulia, l’Istria assegnandola in amministrazione alla Jugoslavia, poi cedute dall’Italia alle 2 Repubbliche dell’ex Jugoslavia: la Slovenia e la Croazia.
E’ utile relazionare in sintesi i sacrifici del Regno d’Italia fondata nel 1861 che a seguito della decisione referendaria del 2 Giugno 1946, si Fondò la Repubblica Italiana e che tutto il Popolo Italiano in entrambe le 2 Guerre Mondiali 1915-1918 e 1940-1945, dovettero affrontare grandi sacrifici che si manifestarono nei due conflitti mondiali, che ottenuta la Pace, offrirono all’Italia, la Concordia, la Libertà ed l’Indipendenza, assumendo, come era nel suo diritto, il possesso della Sovranità Monetaria e Nazionale.
Il Popolo Italiano quando vota è convinto di delegare coloro che sono stati eletti a rappresentare l’Italia, ma emergono dubbi che la citata delega possa essere interpretata come se gli eletti avessero il diritto di vendere od acquistare e nello specifico caso la cessione od ipoteche su sovranità monetaria e parte della nostra sovranità nazionale?
Detto questo, il Presidente della Repubblica ed ogni singolo Deputato al Parlamento Italiano, il Presidente del Senato della Repubblica, il Presidente del Parlamento, il Presidente del Consiglio ed i suoi Ministri, non hanno il potere di mercanteggiare la Sovranità Monetaria e la Sovranità Nazionale. Quindi, si può affermare che questo diritto e privilegio spetta al Popolo Italiano che è l’unico e legittimo sovrano.
La politica italiana in questo particolare periodo di crisi nazionale ed internazionale non può e non deve essere assente perché gli eletti al Parlamento Italiano, devono vigilare, difendere la Nazione nostra, contro chiunque si manifestasse ostile all’Italia. La Nazione nostra, si è realizzata con molti e molti estremi sacrifici, politici italiani in questo memento di sventura nazionale, sappiate essere degni a rappresentare la Patria nostra, C’è d’augurarsi, che l’Italia nostra, non subisca la tragedia come fu nel 1940, perché quando si cade nell’errore, tutti gli italiani saranno costretti a pagare le serie conseguenze legate alle strategie economiche e finanziarie che potrebbero risultare fallimentari.
Politici Italiani, quelli presenti al Parlamento Italiano, aprite gli occhi, perché non è assolutamente vero quello che dipingono all’indirizzo dell’Italia, affinché si applichino leggi e norme partorite dall’.U.E. perché non sempre sono corrette e nemmeno credibili come fosse il Vangelo. L’Italia nostra, ha una sua cultura, ha le sue tradizioni, ha le sue radici romane giudaiche cristiane, l’Italia e profondamente credente alla Religione Cristiana, Cattolica, Apostolica, Romana e la sede della Cristianità Universale, in Roma, capitale d’Italia. La Nazione nostra possiede e custodisce il patrimonio archeologico, architettonico, culturale, artistico e creativo molto prezioso e prestigioso di qualsiasi altra Nazione al Mondo.
L’Italia, si propone come Nazione di pace e si mobilita nella politica mediatrice, coltiva le politiche per migliorare il sociale, per arricchire e migliorare l’etica morale sostenuta e voluta dalla Chiesa Universale che è anche nostra. L’Italia è aperta per confrontarsi con le altre realtà di popoli, razze e religioni di ogni parte del pianeta. Non dimenticate Signori della Politica, che l’Italia se regge nonostante il regime di massima austerità ed è un motivo d’orgoglio che la sua forza è dovuta all’80% delle famiglie italiane in quanto proprietarie delle loro case, ma è del tutto errato insistere con una maggiore pressione fiscale, perché il 20% degli Italiani non è più in grado di sopportare altri sacrifici, nell’analizzare pazientemente le effimere strategie applicate od adottate, non v’e, una sola iniziativa che vada nella direzione logica per fare ripartire rapidamente l’economia italiana. Queste piccole riforme, proposte dal governo Monti, condivise dal Parlamento, anche se positive, ma dopo la ripartenza della locomotiva economica italiana. La Legge o Patto di Stabilità, in discussione al Parlamento Italiano, con l’integrazione di una parte degli emendamenti, come modifiche, affiorano ed evidenziano segnali di negatività a tale provvedimento e qualora superasse i vari paletti ed impedimenti mirate a rallentarne la corsa della non corretta politica, non servirebbero a nulla, perché il PIL non cresce e non solo, ma costretti a subire impotenti alla recessione che incalza ogni giorno sempre di più.
Ed è chiaro a tutti, che diminuisce il reddito pro-capite, il potere d’acquisto ed dall’altro versante aumentano e aumenteranno altre tasse varie, la disoccupazione e soprattutto quelli della leva giovanile, con queste prospettive non si riesce a comprendere come il Presidente del Consiglio si espone a tanto, quando è in missione all’estero, perseverando a fare credere che tutto è sotto controllo e che a parere suo ovvero una visuale tutto sua, nell’intravvedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.
Non v’è dubbio, che il Presidente del Consiglio, con la sua dinamicità d’azione vorrebbe fare, ma è esattamente come al ristorante e chi dovrà pagare fa sempre i conti senza l’oste. Cosa s’intende dire: il Presidente del Consiglio ed i Ministri del governo, avranno i loro buoni propositi, ma se le direttive e le leggi sono state partorite nell’U.E. il sacrificio di tale Presidente non servirà a nulla perché v’è la percezione che la direzione del percorso nell’ adottare tali leggi e norme v’e il dubbio che non siano giuste.
Quindi, un appello ai Politici Italiani ad aprire bene gli occhi, che così non va, ed è utile che l’U.E. cambi con urgenza rotta e se sarà sorda e cieca, gli italiani che comprenderanno la gravità di quello che potrà o potrebbe accadere in Italia ed anche i politici italiani saranno costretti ad una drastica decisione e risoluzione, fare valere la sovranità monetaria e la sua sovranità nazionale. Dovremmo chiederci: a chi gioverebbe il sacrificio degli italiani che salvano l’Euro e l’Unione Europea, con il pericolo di sacrificare la Nazione nostra, detto ciò significherebbe economicamente e socialmente un’Italia ingessata ed immobile senza potere prendere alcuna iniziativa per trarsi in salvo?
Non è comprensibile come ci si possa scandalizzare nello sbandierare ai quattro venti che l’Italia abbia accumulato oltre 2.000 miliardi di euro. Certamente non in un solo giorno, ma si potrebbe calcolare nel periodo di un secolo, fra il Regno d’Italia e la giovane Repubblica Italiana. Per opportuna correttezza, a parziale giustificazione di tale debito pubblico, non si può dimenticare le politiche delle bonifiche, costruzioni di paesi e città e la ricostruzione in Italia nel periodo della I e la II Guerra Mondiale ed i costi militari nelle varie missioni di pace in territori extra nazionali.
Sommariamente queste sono le cause nell’essere consapevoli ed accettare che ci sono state guerre vinte e perdute, che ci siano stati scandali a iosa, corrotti e corruttori, politiche fallimentari gli alti costi per la riorganizzazione dello Stato, le 5 Regioni a Statuto Speciale le altre 15 Regioni a Statuto Ordinario, le nomine di altre Province, evasori fiscali e danni ciclopici provocati dalle catastrofi naturali, una politica sociale spregiudicata ed incontrollata e per ultime le 4 mafie: (mafia 'ndrangheta, sacra corona e la camorra) Per migliorare l’Italia, le cose descritte dovrebbero essere debellate, abrogate, abolite, demolite e cancellate.
Nonostante tutto fino al 10 novembre del 2011, l’Italia resse, anche se con qualche difficoltà, con l’insediamento del governo tecnico, emerse una voragine, con il pericolo dell’imminente precipizio? Ma se tutte quelle cose che sono state dette, nell’immaginare fossero vere dovremmo pensare che l’Italia non sarebbe caduta il 1 gennaio del 2012, ma molti anni prima. Quindi, è difficile credere tutto ciò che è stato raccontato dai politici, dai partiti e dall’attuale compagine governativa guidata da Mario Monti. Non è eresia ipotizzare che il Presidente del Consiglio Sen. Mario Monti, sia obbligato a seguire per filo e per segno ciò che vorrebbero quelli dell’Unione Europea. Illustri politici, fermatevi per un momento e riflettete, perché così non solo non avremo certezze, ma ci sarà tolta la speranza per una migliore Italia ed un migliore futuro.
Sappiate Politici Italiani, la Nazione nostra’ ha la facoltà, l’abilità, la conoscenza tecnica e scientifica, avvalorata dalle migliori Università Italiane, che hanno secoli di storia e di esperienze e migliaia di fabbriche che sono le eccellenze del nostro lavoro creativo, che costituiscono il migliore biglietto da visita per serietà e competenza e non sarà difficile riottenere la fiducia degli investitori stranieri e sarà più facile sanare il debito pubblico. Tutto questo è possibile se l’Italia sarà libera ed indipendente nel promuovere pianificazioni e progetti da realizzare e fare ripartire l’economia nostra e credere di più all’economia reale.
Dovremmo essere tutti consapevoli e responsabili nell’amministrazione della cosa pubblica perché si possa ridurre rapidamente i costi della struttura dello Stato per il raggiungimento di questo vitale obiettivo e soltanto così gli italiani, saranno disponibili nell’affrontare altri sacrifici perché potranno confermare al mondo che l’Italia intende e vuole il suo posto d’onore sul podio delle migliori Nazioni. Tutto questo si può, ma tutti uniti, desiderosi di proporre politiche ed iniziative positive, affinché tutte convergano nelle giusta direzione onde fare salire il livello del PIL nazionale e ridurre in fretta il debito pubblico.
Solo in questo modo gli italiani vedranno la luce in fondo al tunnel che tutt’ora obbligati a percorrerlo senza avere una minima probabilità di riemergere nel contesto internazionale. Le riforme ci vogliono, ma quelle che saranno in grado di fare ripartire la locomotiva dell’economia italiana e dobbiamo evitare che i politici pronuncino parole senza alcun senso: c’è lo chiedono quelli dell’Unione Europea, come fosse una giustificata rassegnazione. L’Italia nostra, non è vassallo dell’Europa e deve o dovrà togliere i lacci e laccetti che ci legano a un Europa che non è quella che tutti gli italiani l’avrebbero voluta.
Se l’Italia è costretta a fare le riforme per migliorare la Nazione, anche l’Europa dovrà cambiare rotta, perché così com’è assente e senza anima non potrà mai realizzarsi come vera forza politica. Se l’Europa non può migliorare, l’Italia ha tutto il diritto a dare il benservito all’Europa e così l’Italia sarà finalmente libera di pensare, affinché sia il Popolo Italiano a decidere il suo destino.
Boston, 10 novembre 2012