Per obiettività, non siamo i soli a chiedere, a gran voce, unrinnovamento della nostra rappresentanza all’estero. Accantoall’indifferenza ed ad una sorta di qualunquismo fatalistico, si èvenuta a sviluppare una nuova via di pensiero, che dovrebbe ampliarsi,circa il sollecito “aggiornamento” dei Com.It.Es. e del C.G.I.E. o,meglio, il nuovo Parlamento dovrebbe attivarsi per modificarne lestrutture; sia nel nome sia, soprattutto, nella composizione e nellefinalità. Da un’attenta analisi, sono i sistemi informativi edelettivi che non sono più adeguati e neppure le loro finalitàistitutive. Il concetto di nesso con le Istituzioni italiane ha daessere radicalmente rivisto per ridare fiducia a chi, veramente, lamerita. Gli italiani all’estero, progredendo nelle Generazioni, hannoda far fronte ad esigente e situazioni assai differenti da quelle delsecolo scorso anche per i differenti rapporti pratici con i Paesiospiti. Cambiando le politiche Migratorie, sono venute meno,progressivamente, le finalità sulle quali si era basata l’istituzionedei Com.It.Es. e del C.G.I.E. L’operazione appare, in ogni caso,verticistica. Noi abbiamo proposto, con ampia documentazione, il varodell’UPSIM ( Ufficio per le Politiche Sociali per gli Italiani nelMondo), in sostituzione del C.G.I.E. e più ampie competenze aiCom.It.Es. con la premessa che ogni Membro non possa essere eletto perpiù di due volte consecutive. Anche il meccanismo d’elezione deiMembri dell’UPSIM dovrebbe essere rivisitato proprio per dare maggiorerappresentatività operativa nei confronti del Potere EsecutivoNazionale che sarà. Il 2013, a nostro avviso, potrebbe essere l’annobuono per dare il via a quanto, da tempo, abbiamo proposto edimostrato. Con la certezza che i Connazionali che vivono oltrefrontiera non sono più disposti ad essere pedine di una “partita”giocata al “buio”. Ora il dibattito è aperto. Attendiamo riscontri.
Giorgio Brignola