Da lunedì 17 settembre 2012, a partire dalle ore 18.12, è stata finalmente aperta al pubblico la stazione Toledo della linea 1 della metropolitana di Napoli. Questa nuova importante tappa della mobilità partenopea rappresenta un passaggio fondamentale in quel lungo, e purtroppo lento, cammino verso la chiusura del cosiddetto “anello” che permetterà di raggiungere, attraverso un’unica linea su ferro, il porto, il Palazzo Reale, la Stazione Centrale, il Museo Nazionale, via Toledo, via Scarlatti, la zona ospedaliera, la periferia nord, l’aeroporto di Capodichino, il tribunale e il centro direzionale (a ben vedere resta solo colpevolmente esclusa la stazione ferroviaria dell’Alta Velocità attualmente in costruzione).
La stazione, concepita dal celebre architetto spagnolo Oscar Tusquets Blanca, è in sé stessa un’opera d’arte. A differenza delle altre fermate, che sono state pensate per ospitare l’arte, quella di Toledo è una struttura con una forte personalità capace di fondere archeologia e modernità, installazioni e architettura. Il progetto del resto non solo ha ridisegnato una piazza, porta di ingresso sia alla vicina isola pedonale sia ai Quartieri Spagnoli (e che qualcuno ha proposto di dedicare a Falcone e Borsellino), ma è riuscito a restituire visivamente le diverse componenti che gli operai hanno incontrato durante i lavori. In questo modo Oscar Tusquets Blanca ha voluto esaltare tutti quegli aspetti che definiscono un aggregato urbano, dagli elementi primordiali, quali terra, acqua e luce, a quelli di natura sociale come la storia e le azioni, anche quelle più umili, compiute dagli individui. I colori della stazione riprendono infatti le suggestioni del tufo, del mare, dei sedimenti terrosi e di una falda acquifera presente nella zona. Inoltre una parte delle antiche, e bellissime, mura aragonesi (che la Corona spagnola fece costruire tra il 1484 e il 1501), scoperte duranti gli scavi, sono state inglobate in modo che possano essere ammirate dai viaggiatori-spettatori. Molto interessante risulta poi l’intuizione di utilizzare alcuni ampi fori esagonali che dall’esterno portano la luce naturale direttamente all’interno, dove le opere di Achille Cevoli (“Men at work”) e di William Kentridge (“Ferrovia Centrale per la città di Napoli, 1906” e “Bonifica dei Quartieri Bassi di Napoli in relazione alla Ferrovia Metropolitana, 1884”) richiamano in modo inequivocabile le atmosfere del lavoro e dell’ingegno umano.
L’apertura di questa stazione, la seconda nella tratta attualmente in costruzione (in futuro dovrebbero essere cinque con Municipio, Duomo e Garibaldi), lascia forse sperare che per la prossima primavera (maggio o giugno 2013), con l’apertura della fermata Garibaldi, si riuscirà a mettere in pensione la scomoda navetta che attualmente collega Dante e Università.
Roberto Colonna