In Italia è sempre più difficile far fronte ai canoni di locazione. Anche per quelli registrati e regolarmente concordati tra inquilino e proprietario. Un altro effetto di questa crisi che ci tormenta ed è ben lungi dal finire. Con questa premessa, facilmente verificabile in ogni regione del Bel Paese, siamo ad illustrare una proposta che, se interessasse i politici, potrebbe trovare sfogo in un settore che coinvolge anche tante attività correlate. La nostra esposizione è duplice. La prima interessa chi intende, per una serie di motivi, restare nel ruolo d’inquilino. In questo caso, il canone di locazione, poi suddiviso in mensilità, dovrebbe essere non superiore al 20% del reddito effettivo del locatario. Tale importo, per chi loca, dovrebbe essere fiscalmente esente da ogni calcolo reddituale. Per evitare possibili speculazioni, la rendita dell’inquilino è da considerarsi “globale”; in pratica come la risultante di tutti i redditi dei residenti nell’alloggio; con un minimo che non può essere inferiore al doppio della rendita catastale rivalutata. Per chi, invece, aspira alla proprietà che, anche per noi, rappresenta la soluzione definitiva del problema, dovrebbero essere varati dei BOT Casa specifici per garantire una concreta possibilità di riscatto dell’alloggio ove si abita; aumentando, tra l’altro, la liquidità di titoli pubblici. Il loro valore facciale potrebbe essere calcolato riguardo all’importo medio al metro quadrato dell’unità abitativa. Il muto agevolato scatterà, quando si potrà contare, almeno, su un valore in BOT pari al 25% del valore concernente la superficie totale dell’alloggio da acquistare per un periodo riscattabile non superiore a 20 anni. I BOT potrebbero rendere, prima di raggiungere la percentuale stabilita, non meno dell’indice d’inflazione programmata. Un esempio potrà meglio chiarire il meccanismo dell’operazione. Supponiamo che l’unità abitativa abbia un valore d’Euro 2500 al metro quadrato e che lo stesso abbia una superficie di 😯 metri quadrati ( 6 vani). Il valore base dell’appartamento sarebbe, di conseguenza, d’Euro 200000. L’inquilino, per accendere un mutuo agevolato, dovrà possedere BOT per almeno Euro 50000 ed una residenza nell’alloggio d’almeno cinque anni. Gli interessi maturati durante l’operazione di cumulo BOT andrà a compensare gli aumenti del costo di mercato dell’immobile e di manutenzione. Questo progetto, che ha da essere meglio inquadrato a livello economico in sede parlamentare, potrebbe interessare migliaia d’inquilini e di proprietari oggi scontenti per la bassa redditività del loro patrimonio immobiliare.
Giorgio Brignola