Il deputato del Pd on.Franco Laratta, ha deciso di chiamare in causail governo al termine della stagione estiva. Una stagionecaratterizzata da drammatiche giornate di fuoco che hanno provocatodanni gravissimi ai Parchi Nazionali del Pollino e della Sila, e anumerose altre aree di montagna.Secondo l'on Laratta: Non si tratta di incendi provocati da allevatorie nemmeno dalla speculazione boschiva: le leggi in corso nonconsentirebbero in alcun modo di utilizzare le aree distrutte dalfuoco.C'è qualcosa di molto più grosso e di molto più grave.Non siamo in grado di affermare responsabilità ben precise. Ma simuovono molti interessi legati all'utilizzo del boschi. Ci sonocomplicità pubbliche e private, ci sono persone senza scrupoli. Iltutto favorito dall'ormai completo abbandono di ogni controllo sullemontagne calabrese: che fine ha fatto il Corpo Forestale dello Stato?Negli ultimi anni di fatto smantellato da sciagurate norme dei governiprecedenti. Che fine hanno fatto i nuclei di vigilanza dell' Afor,costretti a stare fermi e senza mezzi antincendio. Cosa fa la RegioneCalabria per favorire opere di prevenzione e sorveglianza?Ma più eloquente di tutti è stato il sindaco di Longobucco (Cs), chenel pieno della 'stagione del fuoco' ha affermato: “Sull’altopianosilano c’é un sistema, “la mafia dei boschi”. Se sia legata allacriminalità organizzata non lo so, questo lo devono stabilire gliinquirenti, ma comunque è un sistema consolidato da anni». Secondo ilsindaco Stasi, il vantaggio provocato dagli incendi «è quello ditagliare più repentinamente, perché una volta incendiata una zona sidanno più facilmente le autorizzazioni al taglio degli alberi e, diconseguenza, si può vendere il legname. Ho fatto anche alcune denunceall’autorità giudiziaria sul disboscamento abusivo».Sarebbe il caso di sapere cosa hanno prodotto le denunce del sindacodi Longobucco, e perché parli di 'mafia dei boschi'. Le denunce di unsindaco, che per questo mette a repentaglio la sicurezza personale,non possono cadere nel vuoto. Si tratta di denunce coraggiose, senzaprecedenti. C'è anche da dire che alcuni consiglieri della Regione Calabria hannopresentato un’interrogazione al presidente della Regione CalabriaScopelliti nella quale denunciavano: «In alcuni territori dellaprovincia di Cosenza, in particolare in quelli ricadenti nei comuni diLongobucco, Acri, Spezzano della Sila e San Giovanni in Fiore,opererebbe da tempo una vera e propria associazione a delinquere,meglio conosciuta come mafia dei boschi» che, attraverso l’azione diditte boschive compiacenti e senza scrupoli e con la complicità dialcuni tecnici assoldati all’uopo, «sottoporrebbe questi territori adevastanti incendi e a continui e ripetuti tagli di alberi irrazionaliabusivi, distruggendo così enormi quantità di boschi di proprietà diprivati ed Enti pubblici e devastando la preziosa flora e lastraordinaria fauna di questi territori». Secondo i consiglieriregionali, sarebbero migliaia gli alberi tagliatiindiscriminatamente.Un mercato che, «da quanto emerge da alcunirapporti giudiziari scaturiti dall’apertura di appositi fascicolid’indagine da parte di alcune Procure della Repubblica che avrebberogià individuato le possibili ipotesi di reato, sarebbe in gran parteillegale e clandestino e potrebbe essere gestito dalla criminalitàorganizzata, che ne ricava enormi profitti». Un discorso collegato riguarda le risorse, i mezzi e gli uomini perspegnere i devastanti incendi estivi, che in diversi casi sonopenetrati nei centri abitati e in aree dove vi sono insediamentiagricoli e produttivi. Mentre sappiamo benissimo che per spengere gliincendi, gli interventi più importanti e decisivi avvengono da terra.In realtà negli ultimi anni va per la maggiore l'intervento deiservizi aerei. Ovviamente molto più costosi. Quanto spende la RegioneCalabria ad ogni stagione estiva?In un convegno a Longobucco, discuteremo anche di questo. Di comepossa essere possibile un diverso metodo per aggredire gli incendi,magari utilizzando i giovani dei posti per un'opera di salvaguardia eprevenzioni. Rendendo utile e vantaggioso non il numero degli incendi,ma l'assenza di fuochi. Onde evitare dubbi e sospetti che negli anniscorsi abbiamo sentito fare a carico degli operai forestali (nel 90Þi casi del tutto estranei ad azioni criminali).La Regione appare da più tempo insensibile verso un problemaambientale cosi grave. La Regione ha operai Afor che rischiano lacassa integrazione, invece andrebbero utilizzati per opera diprevenzione e pronto intervento. Invece di utilizzare tutto ilpersonale Afor per la tutela e la bonifica dei territori, si pensabene di collocarli in cassa integrazione.” L'on Laratta ha così chiesto l'intervento urgente del Governo.