Abbiamo preferito riflettere qualche giorno prima di rispondere ai Lettori che ci hanno fatto intendere che la posizione politica dei Connazionali all’estero non può essere equiparata a quella dei cittadini residenti nel Bel Paese. I motivi esposti sono,sostanzialmente, due: la limitata “educazione” per i fatti internidella Penisola e l’integrazione alla realtà socio/politica che è maturata nei Paesi ospiti. Senza, poi, dimenticare che prima dellaLegge 459/2001 ( voto politico e referendario direttamente dall’estero per posta) gli italiani nel mondo non hanno mai dimostrato particolare attaccamento ai problemi nazionali anche quando per favorire il diritto di voto, che mai è stato negato, lo Stato sosteneva anche economicamente i rientri per l’esercizio del più democratico diritto. Questa, in sintesi, la posizione di chi ci ha inviato posta elettronica sulla questione che sentiamo particolarmente nostra da tanti anni. Ciò premesso, ci permettiamo fare anche noi alcune osservazioni. Intanto, l’educazione alla politica nazionale non è mai venuta meno anche per le prime Generazioni di Migranti. E’ vero, però,che situazioni contingenti di sopravvivenza non n’avevano favorito unsuccessivo sviluppo. Le posizioni si sono evolute proprio in quest’ultimo ventennio, quando la rappresentatività formale non bastava più per garantire la tutela in Patria d’alcuni fondamentali diritti degli italiani all’estero. Ora la questione sarebbe da rivedere, ma in sensi opposti. Sono gli eletti nella CircoscrizioneEstero a non essere in grado d’affrontare le problematiche dei loro elettori. Forse anche per una legge elettorale che non tiene conto di quanto sia mutato il fronte politico degli italiani all’estero. Chi vive oltre frontiera è interessato al futuro del Bel Paese. Su questa posizione siamo irremovibili. Resta che i milioni d’elettori italiani fuori della Penisola sono tenuti, di fatto, a dare la loro preferenza ad un limitato numero di candidati. Non potendo, dall’estero, votare per eleggibili residenti in Patria. Ma non è tutto. Gli eletti nella Circoscrizione Estero, ripartiti nelle quattro ripartizioni geografiche di pertinenza, fanno capo ai soliti Partiti nazionali i cui leaders non hanno mai tenuto in particolare conto i Deputati e Senatori d’oltre confine. Ne consegue che la politica nazionale non ha favorito le rivendicazioni di chi vive all’estero. Non manca, secondo noi, l’educazione politica degli elettori d’oltre Alpe ma, semmai,l’incoerenza di chi li dovrebbe rappresentare in seno al Parlamentoitaliano e non solo.
Giorgio Brignola