Esodo ed esodati

Fine luglio, tempo d’esodo e di esodati. Il contrasto è tutto racchiuso in poche lettere, quelle che fanno la differenza tra l’esodo estivo di quei fortunati che possono permettersi di andare in vacanza, e gli esodati, ossia quella platea di lavoratori dimenticata dal governo, anzi, peggio, colpita dalla sciagurata riforma delle pensioni scritta dal ministro Fornero senza nemmeno fare due conti per bene. Perché sugli esodati si è consumato un grande imbroglio, quello legato al numero degli interessati: 65mila per il governo, che poi si è corretto ammettendo l’errore e rivedendo la stima al rialzo fino a 120mila, 390mila per l’Inps. I primi, i 120mila, saranno ‘salvaguardati’, gli altri no, con buona pace dei diritti acquisiti.
La differenza sono 270mila persone destinate a restare senza stipendio e senza pensione, donne e uomini deliberatamente abbandonati alla disperazione di un futuro più o meno lungo a reddito zero. Perché non ci sono risorse, almeno così dice il governo. Perché non le si vuole trovare, dico io. Non c’è bisogno di essere titolati professori per capire che rinunciando all’acquisto degli inutili cacciabombardieri F-35 si potrebbero salvaguardare tanti di quei 270mila. E che se si rinunciasse a finanziare le missioni di guerra in cui l’Italia è impegnata si potrebbe trovare la copertura per altri ancora. Due esempi di vera spending review, ossia di politica al servizio dei cittadini.

Invece no. Invece si fa spallucce e si lascia cadere nel dimenticatoio il dramma di migliaia di persone, come se fosse tutta colpa loro. Sembra che meno se ne parli è meglio è. Ne parlano i sindacati, ne parla l’Italia dei Valori, ma poi il resto è un gran silenzio, soprattutto da giornali e televisioni di regime.

Gli esodati sono persone in carne e ossa, vivono drammi quotidiani, si sentono delusi, traditi dallo stato che ha fatto da garante al loro pensionamento e a cui hanno versato decenni di contributi trattenuti in busta paga. Un esempio di come una famiglia possa vivere un dramma, economico e psicologico, è in questa lettera inviata al direttore della Stampa, Mario Calabresi, e pubblicata oggi. Basta moltiplicare questa storia per 270.000 e questo numero per tre o per quattro, perché questi drammi colpiscono l’intera famiglia. Fate il conto e capirete che questo problema investe tra 700.000 e un milione di persone. Un cittadino su 60, insomma, è coinvolto direttamente o indirettamente dal dramma esodati: un vero e proprio esodo dalla sicurezza e dal benessere verso la povertà, altro che esodo estivo.

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