Italia dei Valori Lombardia
Il ventennale del massacro di Via d’Amelio non è una ricorrenza da parata. La violenza del suo boato scuote ancora i palazzi e il cuore della nostra Repubblica. – così il segretario dell’IDV Lombarda On. Sergio Piffari in una nota – E’ sempre motivo di incredulità riflettere che solo 57 giorni dopo la strage di Capaci sia avvenuta un’ aggressione allo Stato democratico, della portata di quella compiuta contro Paolo Borsellino e la sua scorta. Una strage talmente immane, violenta e spudorata, che non può essere relegata alla semplice vendetta mafiosa, ma a qualcosa di ancor più inquietante, e che rievoca le menti raffinatissime ipotizzate da Falcone.
La tragica fine di Paolo Borsellino – continua il parlamentare bergamasco- non è assimilabile ai tanti, troppi delitti che hanno costellato la storia italiana recente. L’eccidio del 19 Luglio 1992 rimane ancor oggi un costellato di misteri, di silenzi, di depistaggi che portano drammaticamente verso quella nebulosa che fu la trattativa ipotizzata tra lo Stato e la Mafia, che avrebbe avuto Borsellino come principale avversario. Per questo motivo oggi non si può accettare l’eccesso di zelo con il quale parte delle Istituzioni intendono contrapporsi alle indagini della magistratura Palermitana. Per questo motivo noi, in questo anniversario siamo ancor più dalla parte dei magistrati e della loro costante ricerca della verità.
Ricordare Paolo Borsellino e pretendere la verità su quella strage – conclude Piffari – significa pretendere giustizia anche per i morti che Cosa Nostra ha provocato nel 1993 arrivando al centro di Milano. Pretendere la verità su quella strage significa stare al fianco del Procuratore Antimafia Gratteri che a Reggio Calabria solo qualche mese fa ha ricevuto la notizia di un attentato progettato contro di lui; pretendere la verità significa non arrendersi alla logica che con la Mafia si debba convivere.
Nel 1992 moriva un uomo dello Stato che si è sacrificato perché questo messaggio non passasse. Questo era ed è per noi la figura di quel Magistrato. Il Giudice Paolo Borsellino.