La disperazione di non avere ne un posto di lavoro, ne la pensione e ne di possedere 80.000 euro!

Senatori ed Onorevoli,
faccio parte di quel gruppo di 200 persone che pur avendo sottoscritto accordi entro il 4 dicembre 2011, non sono state salvaguardate nelle due platee delle 65.000 + 55.000 unità, ,perché non hanno lasciato il posto di lavoro entro il 31 dicembre 2011.
Dei 200 esodati, n. 116 sono ex lavoratori di Poste Italiane (i restanti esodati Ibm), di cui una buona parte ha maturato entro il mese di giugno scorso, il diritto alla pensione di anzianità, 40 anni di contributi, con il diritto a percepire la pensione a metà del 2013. Dall'inizio di questo mese, queste persone si trovano in una situazione a dir poco disperata, poiché, non essendo stati salvaguardati, è giunta la richiesta dell'Inps del pagamento dei contributi volontari sino a gennaio 2015 (compimento del 62° anno di età), ovvero 31 ratei pari a circa € 44.000 (€ 1.408 al mese).
Da questo mese sino a luglio 2013 dovranno “portar avanti” la famiglia con appena 550 euro circa al mese, poi da agosto 2013 non avendo garantito più lo stipendio dalle Poste, non avranno più possibilità ne di vivere ne di pagare i contributi volontari.
Il danno economico ammonta a circa € 80.000!
Questa situazione è assurda ed insostenibile sia dal punto di vista finanziario che psicologico, in quanto per mesi abbiamo ascoltato dal Ministro del Lavoro che sarebbero stati salvaguardati i lavoratori prossimi alla pensione (2012 e 2013) ed invece sono stati salvati coloro che andavano in pensione anche un anno e mezzo dopo di noi (fine 2014).
Inoltre per i dipendenti di Poste Italiane, non sono previsti ne ammortizzatori sociali e ne un Fondo di Solidarietà. Molti hanno anche moglie a carico e figli disoccupati: come faranno?
Senatori ed Onorevoli, anche noi meritiamo un pò di rispetto ed un aiuto concreto da parte di tutte le forze politiche di cui fate parte.
La nostra situazione al momento, è la più grave di tutte poiché già siamo “nelle sabbie mobili”, mentre gli altri appena le intravedono da lontano.
Inserite con giusta ragione nel maxiemendamento in preparazione, quello presentato dai Gruppi parlamentari di tutti i partiti politici, relativi a questa casistica e cioè:
22.1, 22.2, 22.21, 21.23, 22.29 e 22.30

che danno l'effettiva possibilità di fare rientrare la platea di esodati firmatari di accordi nel 2011 ma cessati nei primi mesi del 2012.

Gustavo Carmignani

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