Quando non si può evitare in nessun un modo un guaio, l’unica è ridurne al minimo le conseguenze. Per questo governo, per l’informazione di regime, per i poteri economici e finanziari e per buona parte della politica, le elezioni, invece che il sale della democrazia, sono un guaio. Per questo, stanno tentando in tutti i modi di svuotarle di ogni reale significato prefigurandone il risultato alla faccia degli elettori.
Le urne dovrebbero essere una vuota formalità, esaurita la quale si tornerà a questo stesso governo, o a un altro quasi identico, sostenuto dalla stessa finta maggioranza e con lo stesso potere di condizionamento e di interdizione lasciato a Berlusconi. Per lui un risultato simile significherebbe essere miracolato. Lo sa benissimo, e proprio a questo mira con la sceneggiata della sesta “discesa in campo”.
La riforma elettorale, a cui stanno pensando, non serve a restituire agli elettori il diritto di scegliere i loro rappresentanti. Se l’obiettivo fosse davvero quello, la riforma già l’avrebbero fatta da un pezzo dal momento che per ripristinare le preferenze non ci vuole niente. La verità, però, è che vogliono una legge che permetta ai partiti di avere le mani libere e di fare, dopo le elezioni, quelle alleanze che prima delle elezioni non oserebbero mai confessare ai loro elettori.
Così, dopo aver chiesto i voti in nome della discontinuità con le politiche di Monti e dell’alternatività rispetto a Berlusconi, si potrà fare una bella maggioranza con Berlusconi al fine di sostenere un nuovo governo Monti.
La campagna ipocrita e bugiarda contro l’Italia dei Valori è stata scatenata proprio per questo: per cercare di neutralizzare una forza politica che pretende coerenza, rispetto dei principi tracciati nella Carta dai nostri padri costituenti e che ha già detto con chiarezza che chiedere i voti per una cosa e poi fare quella opposta è un’offesa ai cittadini e una pugnalata alla democrazia.
Il Paese non si può più permettere di aspettare questi giochini di palazzo, poiché è precipitato nel tunnel di una crisi economica della quale non si vede né prevede l’uscita. E i tecnocrati al governo non sanno che pesci pigliare. Lo confermano anche i dati dell’Indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro diffusi oggi: descrivono un’Italia dove su dieci assunti solo due sono a tempo indeterminato. Per gli altri il posto fisso è una chimera e devono subire l’umiliazione del lavoro precario.
Serve un progetto con un programma per un cambiamento utile, per questo l’unica soluzione rimangono le urne. E non si tratta di scegliere tra due o più coalizioni politiche, ma tra elezioni serie e democratiche e una burletta col risultato già scritto e concepito da prima nelle segrete stanze.
Io credo però che chi pensa di fregare così i cittadini e gli elettori, stavolta abbia fatto male i suoi conti, perché si possono prendere per i fondelli poche persone per molto tempo o molte persone
per poco tempo. Ma non si può prendere per i fondelli impunemente, e a lungo, un intero popolo. Per certi giochini il tempo è definitivamente scaduto.