Porta (Pd): “Sospendere subito la conversione forzosa delle pensioni in pesos”

Un’interrogazione del parlamentare dell’America Latina sulla disposizione della Banca Centrale dell’Argentina che impone la “pesificaciòn” dei ratei in euro

“I pensionati italiani in Argentina, già penalizzati come tutti gli altri nostri connazionali dalla forte contrazione del sostegno alle politiche emigratorie e, in particolare, dalla diminuzione dei fondi per l’assistenza diretta e indiretta, da una decina di giorni hanno ricevuto anche un supplemento di pena, questa volta sul versante dei rapporti con il Governo argentino.

Mi riferisco alla disposizione della Banca Centrale argentina che ha imposto di convertire in pesos i ratei di pensione, finora pagati in euro presso gli sportelli convenzionati del Banco Itaù e talvolta trasformati in dollari statunitensi dagli interessati”.

Sono parole dell’on. Fabio Porta, che ha presentato un’interrogazione al Ministro degli Esteri e a quello del Lavoro e della Previdenza sociale su questa questione che sta notevolmente agitando la comunità italiana in Argentina.

“Non discuto, naturalmente, il fatto che uno Stato sovrano come l’Argentina possa adottare tutte quelle misure di politica finanziaria che ritenga più adatte ad affrontare particolari momenti di difficoltà. Noi italiani sappiamo bene come sia pesante e pericolosa la crisi economica e finanziaria in corso, e quindi non siamo certo i soggetti più indicati per consigliare agli altri le cose da fare o da non fare. Ma le pensioni sono un’altra cosa rispetto alle normali operazioni di cambio di valuta. Intanto esse, nel caso nostro, sono il frutto di un rapporto diretto tra lo Stato italiano e i propri cittadini, sia pure residenti all’estero. In secondo luogo, esse sono basate su un diritto di cittadinanza generale e spesso sono il corrispettivo di versamenti fatti per decenni, che fondano una legittima attesa. Uno Stato terzo può interferire su questi diritti? Francamente ritengo di no.

In più – ha continuato l’on. Porta – i pensionati italiani in Argentina sono 40.000, circa la metà dei pensionati europei in quel paese. Evitare che il sostegno a tante famiglie perda di valore rappresenta una preoccupazione di carattere sociale doverosa in un momento di crisi acuta come quella che viviamo, tanto più che verso questi stessi soggetti sono stati drasticamente abbassati i livelli degli interventi assistenziali. Vorrei ricordare, inoltre, che le ricadute sul tessuto economico locale delle risorse ricevute attraverso i ratei pensionistici sono notevoli., ed è interesse di tutti che questo lievito continui ad operare con la stessa intensità del passato.

Per questo – ha concluso l’on. Porta – come ho già fatto già tante volte in passato, ho ritenuto di assumere una nuova iniziativa volta alla tutela della nostra comunità in Argentina. Ho chiesto, infatti, assieme agli altri eletti del PD nella Circoscrizione Estero, al Ministro degli Esteri e a quello del Lavoro e della Previdenza Sociale di attivarsi per promuovere i necessari contatti con le autorità argentine. Con loro è urgente discutere dell’opportunità di sospendere nell’immediato la misura restrittiva sull’obbligo di cambio dell’importo delle pensioni da euro a peso. In questo modo ci sarà il tempo per arrivare ad un definitivo superamento di questa misura in considerazione della particolare natura del rapporto pensionistico e del comune interesse dell’Italia e dell’Argentina a tutelare le condizioni di reddito e di vita di tanti nostri pensionati”.

ITALIA
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