Rinvio elezioni Comites-Cgie: l’intervento in aula dell’On. Fabio Porta (PD)

“Triste epilogo di una lunga vicenda gestita male dal governo”

“La conversione in legge del decreto relative al rinnovo dei Comitati per gli italiani all’estero e del Consiglio generale degli Italiani all’estero costituisce l’ultimo triste capitolo di una vicenda iniziata male qualche anno fa, quando fu inopinatamente deciso il primo rinvio del naturale rinnovo degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero in ragione del contestuale avvio al Senato dell’iter di un pessimo disegno di riforma degli stessi.”

Ha iniziato così il suo intervento nell'aula di Montecitorio l'On. Fabio Porta, attuale Vice Presidente del Comitato permanente sugli italiani all'estero della Camera dei Deputati.

“A distanza di qualche anno – ha proseguito il parlamentare eletto in Sudamerica – e’ ancora più evidente quel grave errore di valutazione: la forzatura operata a suo tempo dal governo – che già denunciammo chiedendo il rinnovo nel 2009 di Comites e Cgie – impedì allora agli italiani nel mondo di votare quando avremmo avuto risorse necessarie e sufficienti; ne derivò una concentrazione esagerata (direi quasi esclusiva) del dibattito politico e parlamentare sulle questioni degli italiani all’estero intorno al tema della rappresentanza, sicuramente importante ma non prioritario rispetto alle complesse problematiche delle quali sono portatrici le nostre grandi collettività nel mondo.”

“Avremmo potuto cioè dedicarci con la dovuta attenzione alle questioni centrali della promozione della lingua e cultura italiana nel mondo, al dibattito sulla piena cittadinanza dei nostri concittadini residenti all’estero, al contributo all’internazionalizzazione che può derivare da una specifica e intelligente valorizzazione degli italiani nel mondo, alla delicata questione dell’assistenza agli indigenti e al complesso comparto della tutela socio-previdenziale degli italiani espatriati e degli immigrati in Italia.

E potrei continuare.”

“Si e’ preferito invece – secondo il deputato del PD – insistere sull’urgenza di una riforma che andava e anzi andrà sicuramente fatta, ma con tempi e soprattutto modalità di ascolto e condivisione sicuramente diversi da quelli operati a suo tempo dalla maggioranza di governo al Senato.”

“Oggi siamo di fronte al terzo rinvio, che avrà come probabile risultato un raddoppio del mandato dei consiglieri dei Comites e del Cgie: organismi che già soffrono non soltanto di gravissimi problemi di sostenibilità economica a causa dei ripetuti tagli operati negli scorsi anni, ma anche di una sopraggiunta sfiducia e stanchezza causata proprio da questo anomalo protrarsi della loro esistenza, ben al di là di ogni ragionevole periodo di tempo”.

“In Commissione Affari Esteri – ha proseguito l'On. Porta – ho presentato insieme ad altri colleghi due emendamenti per migliorare ulteriormente questo decreto, che in parte i nostri colleghi senatori hanno modificato proprio nei due punti che i nostri emendamenti avrebbero contribuito a dettagliare e integrare.”

“Mi riferisco alla dotazione finanziaria dei 6,7 milioni di Euro, che il Senato e’ riuscita a recuperare fino ad un importo di circa 3,5 milioni da destinare alla lingua e alla cultura, all’assistenza e al funzionamento dei Comites; e alle modalità di voto, che il Senato ha ampliato aggiungendo ad un non bene definito voto elettronico la possibilità di allestire seggi presso i Consolati.”

“Relativamente alla dotazione, voglio qui ribadire la preoccupazione espressa in Commissione: non vorrei infatti che parte delle somme destinate alle elezioni andassero a sostenere spese relative a benefici e indennità dell’apparato diplomatico del Ministero degli Esteri (al quale chiediamo piuttosto di concorrere ai sacrifici chiesti a tutti gli italiani).”

“Sulle modalità, poi, ribadiamo in questa sede come il voto per corrispondenza esercitato a seguito di una esplicita richiesta dell’interessato costituisca l’unica modalità in grado di rispondere contestualmente alle comprensibili esigenze di contenimento della spesa e a quella altrettanto opportuna di rafforzamento della sicurezza e della correttezza delle operazioni elettorali”.

“Speriamo che il governo – ha concluso il parlamentare – che ha seguito con attenzione e grande interesse la discussione in Commissione, si faccia parte diligente rispetto alle stesse nostre preoccupazioni, e in questo senso concludo con l'auspicio che da questo triste epilogo possa scaturire finalmente (ormai nella prossima legislatura) una nuova fase in grado di affrontare con serietà e tempestività la complessa problematica del rinnovo del sistema di rappresentanza degli italiani all’estero.”

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