DECRETI FER: VERSO QUALE POLITICA ENERGETICA STIAMO ANDANDO?

La nuova bozza del decreto, che speriamo sia uno scherzo di cattivo gusto, prevede un periodo transitorio talmente breve da essere quasi inutile e l’introduzione di incentivi ai termovalorizzatori a discapito delle energie rinnovabili.

Milano, 6 luglio 2012 – Nuove indiscrezioni sui contenuti dei decreti agitano ulteriormente i sonni degli operatori. Da quanto appreso da fonti ufficiose, sembrerebbe che il Governo abbia apportato solo pochi e marginali miglioramenti al testo del provvedimento, e non abbia eliminato le gravi criticità, peraltro segnalate sia dalle Associazioni di categoria, sia dalle Regioni con richieste vincolanti di modifica.

Pur apprezzando l’innalzamento del tetto di spesa per gli incentivi alle FER a 5,8 mld di euro ed un generale sforzo di semplificazione delle regole (modalità di accesso e iscrizione al registro degli impianti e partecipazione alle aste per esempio) il mondo delle rinnovabili sta reagendo con incredulità di fronte all’introduzione di un periodo transitorio troppo breve (soli 4 mesi) per il passaggio dal vecchio al nuovo sistema di incentivazione e inspiegabilmente solo 2 in più per gli impianti siti nelle zone terremotate dell’Emilia Romagna.

“Non ci pare vero – commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente di APER – che a fronte di un ritardo accumulato da marzo 2011 nell’emanazione dei decreti (ben 16 mesi), venga riconosciuto agli imprenditori del settore un periodo transitorio così esiguo”. Al contrario viene riconosciuto un periodo transitorio di ben 6 mesi agli impianti che bruciano rifiuti come i termovalorizzatori, che ancora una volta andrebbero a godere degli incentivi destinati esclusivamente (solo in teoria) alle rinnovabili, sottraendo risorse ad un settore che non inquina e che dovrebbe rappresentare il futuro strategico del nostro Paese.

“Oltre al danno la beffa” sintetizza Re Rebaudengo. E conclude: “Come se non bastasse sembra mancare completamente una visione di supporto alla grid parity, ormai sempre più vicina. Servono regole moderne, sburocratizzazione, incentivazione dell’autoconsumo e della generazione distribuita, abbondonando l’attuale politica di contingentamento delle rinnovabili. Ad esempio, tramite l’innalzamento del limite dello scambio sul posto e l’implementazione dei SEU, che l’AEEG avrebbe dovuto implementare dal 2008, si potrebbero iniziare a vedere i primi impianti necessità di senza incentivi”.

APER ha prontamente inviato un appello al Governo per chiedere chiarezza e raccomandare un’attenta riflessione su quelle che saranno le conseguenze di tale provvedimento.

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Ufficio Stampa APER
Claudia Abelli

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