Nuzzi: "Non potevo evitare di scrivere il mio libro, non temo processi né la morte"

di Cristiano Sanna
Mentre scriviamo, il maggiordomo papale Paolo Gabriele, che si suppone sia la “talpa” ad aver originato il caso vatileaks e dato al giornalista di Libero, Panorama e La 7 Gianluigi Nuzzi le carte riservate di papa Benedetto XVI riportate e riprodotte nel libro Sua santità (edito da Chiarelettere), è ancora in custodia cautelare. Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior, la riservatissima banca vaticana, parla di fronte ai magistrati del suo memoriale circa il riciclaggio di denaro sporco (sono almeno 23milioni gli euro sospetti transitati nei conti) e delle misure volute e poi in parte frustrate, per combattere questo crimine all'ombra di San Pietro. Non si placano gli echi degli scandali che vedono coinvolti preti pedofili, è sempre aperta la ferita della misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi, in un intreccio che mette insieme vertici vaticani, l'attentato a Giovanni Paolo II, la banda della Magliana e perfino una ancora oscura pista di sfruttamento sessuale di giovani ragazze ai tempi di Marcinkus e oltre. Le correnti sotterranee che percorrono la chiesa cattolica sono roventi, movimenti tellurici che si moltiplicano attorno al papato di Ratzinger, con molti intrecci che tornano regolarmente alla figura di Tarcisio Bertone, il Segretario di Stato vaticano. Ma c'è molto altro nel libro che ha scoperchiato un pozzo nerissimo, con inevitabile eco internazionale. Ne abbiamo parlato con Nuzzi, già autore del discusso Vaticano S.p.A.
Se “Maria”, la gola profonda che le ha passato i documenti riservati da cui è scaturito il libro Sua santità, è davvero il maggiordomo papale Paolo Gabriele, il trattamento che subisce da parte della giustizia vaticana ha ben poco di rispettoso dei diritti umani. Non è anche questo un segnale della situazione di incattivimento e di crisi delle alte sfere cattoliche?
“Non so se si tratta di incattivimento, di certo, aldilà delle responsabilità personali, c’è una persona, incensurata, cattolica, ombra per anni del Santo Padre da settimane in una cella di sicurezza con l’accusa di aver passato fotocopie ai giornalisti. Infatti, da una parte si dice che sia solo lui ad aver dato documenti ai giornalisti, facendo cadere le ipotesi di complotti, reti e chissà cos’altro, dall’altro lo si priva ancora della più importante libertà. Nello specifico, poi, non posso dire nulla sulle mie fonti, in Vaticano e negli altri Paesi, che mi hanno aiutato nel libro che offre a tutti la possibilità di conoscere le criticità affrontate da Ratzinger, della Chiesa, del Vaticano e i rapporti, le influenze profonde con gli altri Stati, a iniziare dall’Italia”.
Lei scrive: “Credo che nell'era di Internet, del villaggio globale, dobbiamo abituarci tutti che oltre alla comunicazione ufficiale, formale, dogmatica, possano uscire anche storie non controllabili”. Così come non era controllabile, perché occulto, l'operato dei 007 vaticani in territorio italiano sia al seguito dei movimenti del Papa che di politici. Come si esce da una situazione del genere, che già nella sostanza degli accordi fra Stati garantisce impunibilità e mano libera al potere ecclesiastico?
“Sono due situazioni diverse. L’informazione corre libera basta pensare agli sforzi che proprio la Chiesa sta compiendo in Cina perché tutti possano conoscere e scegliere. E’ quindi oscurantista un atteggiamento critico nei confronti della libera informazione, della circolazione delle notizie. Dall’altra ci sono operazioni di polizia “coperte” svolte nel nostro Paese. Basta ricordarsi la vicenda di Abu Omar con il sequestro dell’imam da parte della Cia per capire quanto sia importante la sovranità nazionale. Ed è proprio questo uno dei punti del libro: come si relaziona l’Italia con il Vaticano? Come si esercitano reciproche influenze (dalle raccomandazioni di Gianni Letta agli incontri di Ratzinger con Napolitano)? E quando esplode uno scandalo come la vicenda delle ragazze, Ruby in testa, che frequentavano la casa del premier, come reagisce la Santa Sede, quali report finiscono sulla scrivania di Benedetto XVI? Perché gli si consiglia prudenza? Ancora con la vicenda dell'Ici: perché Italia e Vaticano cercano di evitare che l’Unione europea obblighi il nostro Paese a farsi dare gli arretrati di questa tassa dalla Chiesa italiana? Lei ha mai visto un creditore che rinuncia all’incasso?”.
Dobbiamo credere alla Chiesa dei buoni in lotta contro quella dei cattivi? A quelli come l'economo arcivescovo Viganò che lottano contro la corruzione di chi gestisce le casse e i conti del Vaticano, contro i Bertone che sempre più mezzi di informazione dipingono come una delle anime nere all'ombra di San Pietro? In altre parole, c'è un intento di pulizia e moralizzazione oppure si tratta solo di una guerra per il potere?
“Non voglio dare qui valutazioni personali. Credo che leggendo il mio libro si trovi la risposta. Sua santità offre cronaca e retroscena che ci proiettano nel grande scenario degli intrighi interni ma anche dei delicati rapporti tra Vaticano e gli altri Stati. E’ un’occasione unica, dato che in genere per conoscere quanto accade in quel piccolo Stato bisogna attendere decenni”.
I conti sporchi dello Ior, lo scandalo dei preti pedofili, i dettagli sui legami tra Vaticano, Banda della Magliana e la scomparsa di Emanuela Orlandi, le magagne interne all'Opus Dei. Il suo libro, attraverso i carteggi riservati, scoperchia molte pentole che fumano zolfo. Però poi il Papa incarica proprio alti esponenti dell'Opus Dei di indagare sulla fuoriuscita dei documenti. Non è una contraddizione eloquente circa la volontà di far pulizia?
“Dovrebbe chiederlo ai vaticanisti, io credo che le situazioni siano sempre più complesse di come noi con qualche facilità tendiamo a prospettarle. E’ troppo facile dare patenti di bravi o di cattivi”.
E che dire di Bagnasco, presidente della Cei, che di fronte al moltiplicarsi di casi di preti pedofili blinda la discrezionalità dei vescovi sul perseguire e segnalare alle autorità italiane i casi di abusi sui minori?
“E’ una vicenda che non conosco in profondità per poterla commentare”.
Il teologo Hans Kung ha attaccato frontalmente, ancora una volta, l'atteggiamento del Papa, suo collega di studi in gioventù. Secondo lui scrive e studia troppo e governa troppo poco una Chiesa divisa in tante fazioni in lotta una contro l'altra. Sembra la descrizione di certi partiti italiani, i cui leader scrivono e recensiscono libri mentre il tesoriere di turno ruba i soldi dalla cassa.
“Capire le priorità di un Papa non è cosa facile e di certo spesso la superficialità può condizionare i nostri giudizi. Il Santo Padre ha come missione quella del pastore che tiene unita la Chiesa nelle avversità. E questo in certi momenti diventa decisivo”.
Nel caso la sua fonte fosse scoperta, teme di essere in pericolo di vita? La preoccupa l'idea di essere imputato di un processo in Vaticano?
“Non credo che potrei essere in pericolo di vita ma mai dire mai. In certi momenti o si è uomini o non lo si è. Di fronte a questo scoop internazionale ogni giornalista sulla faccia della terra avrebbe reso pubbliche queste carte. Quanto all'ipotesi di processo: se vorranno chiamarmi a giudizio pubblico sono ben contento di poter avere l’occasione per affrontare tutti i temi e i misteri finora emersi dai miei libri. A questo proposito è bene scrivere a caratteri maiuscoli che in essi non c’è nulla contro il Papa o la fede o la Chiesa. C’è cronaca documentata di incrostazioni e interessi dei mercanti che ancora stanno nel Tempio”.
Per concludere, tra i molti temi che lei affronta, c'è la messa a punto di un piano in comune circa l'Imu (ex Ici) dal pagamento della quale la Chiesa viene storicamente esentata dallo Stato italiano. Per evitare la multa per infrazione della libera concorrenza minacciata dall'Ue, l'ex ministro Tremonti e l'ex presidente dello Ior, Gotti Tedeschi, hanno collaborato. Fino alla dichiarazione del premier Monti: sì all'Ici da pagare se gli edifici religiosi sono adibiti ad attività commerciale. Ma chi fa i controlli? E della procedura di infrazione paventata dall'Ue che ne è stato?
“Come ho già avuto modo dire, questa è una storia emblematica soprattutto quando poi si chiede uno sforzo agli italiani tale da prevedere la rateizzazione dell’Imu. Per quanto riguarda la procedura di infrazione da parte dell'Ue, questa decade nel momento in cui il Paese membro cambia la normativa contestata”.
13 giugno 2012

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