LE IPOTECHE PER IL FUTURO

Il 2012, iniziato sotto i peggiori auspici, è arrivato a metà percorso in termini ancora negativi. I provvedimenti dell’Esecutivo Monti ci hanno impoverito, ma, a parer nostro, non hanno scalfito il disagio per una situazione economica che, definire “incerta”, è scrivere poco. In autunno, i provvedimenti d’austerità concluderanno i dodici mesi più drammatici d’Italia. La manovra economica del prossimo anno, anche dopo le consultazioni politiche generali, resterà quella che il Professore metterà sul piatto della bilancia entro la fine dell’anno. Chissà se il prossimo Esecutivo politico sarà in grado di mantenere il rigore di questo gruppo di tecnici che non saranno, almeno riteniamo, interessati ad assumere una definita identità di partito. I sacrifici, almeno sino ad ora, ci sembrano una strada a senso unico e gli effetti positivi, se ci saranno, non riusciamo neppure ad immaginarli. Eppure la fantasia non ci manca. Col 2013, non diminuiranno i cassintegrati, i disoccupati ed i posti di lavoro subiranno un’successiva contrazione. Se i sacrifici dovranno continuare ancora, la “cura” si dimostrerà, certamente, più drammatica della stessa malattia. Non a caso, i provvedimenti di questo Governo hanno dato una spallata all’imprenditoria che avrebbe dovuto rappresentare la valvola di sfogo per un’economia meno nazionale e più europea. La minore liquidità, conseguenza dell’aumentato costo del denaro, ha frenato anche la più timida manifestazione di ripresa produttiva e vivere nell’area Euro è più una necessità, che una convinzione. Se il termine “recessione” può aumentare le perplessità per il nostro futuro, non sapremmo quale altro termine usare per focalizzare la nostra situazione di mercato. Del resto, anche sul fronte politico, pur se si riesce a modificare l’attuale legge elettorale, non riusciamo ad intravedere una “maggioranza” capace di surrogare la “dieta” Monti. Intanto, non sono previsti adeguamenti salariali e pensionistici in una realtà nazionale che registrerà una serie di rincari di tutti i generi di normale consumo. Nel particolare, anche le finanze locali andranno ad essere “rivisitate” l’IMU ( Imposta Municipale Unica), nella sua prima rata, rappresenta solo un acconto. Il conguaglio di dicembre potrebbe essere “rimpinguato” sui bilanci dei comuni. “Normalizzata” la riforma previdenziale ed il fronte del lavoro, ci saranno da ritrovare nuovi stimoli occupazionali. Obiettivo, ovviamente, non facile che potrebbe determinare attriti tra politici ed industriali. Tra l’altro, anche la questione “morale” non dovrà essere tralasciata. I politici facciano bene il loro mestiere e null’altro. L’anno prossimo, ci piaccia o no, ha da essere affrontato con spirito differente da questo tribolato 2012. Ci sono delle convinzioni democratiche da esaltare e non pochi politici da mandare in”pensione”. Col 2013, avremo anche un nuovo Capo dello Stato. Un’altra scelta importante per dare un indirizzo all’Italia che dovrà ritrovare la sua posizione nello scacchiere europeo e mondiale. Il nostro Paese troverà la via del riscatto senza, per altro, tornare ad ipotecare il suo futuro.

Giorgio Brignola

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