I deputati del PD, Bucchino, Farina, Fedi, Garavini e Porta a proposito deldecreto del Consiglio dei Ministri che dispone il terzo rinvio del rinnovodi COMITES e CGIE: “Il Governo si fermi e accetti il dialogo sullarappresentanza degli italiani all'estero “Il decreto del Consiglio dei Ministri non sappiamo se debba preoccupare dipiù per le cose che ha deciso o per le cose che fa intravedere per ilfuturo. Per quello che il decreto ha deciso, ribadiamo la nostra valutazione che sitratta di un atto grave nel merito e nel metodo. Decidere di sospendere lademocrazia e la fisiologica vita degli organismi di rappresentanza per ladifficoltà di reperire le risorse è un atto inquietante Le difficoltàfinanziarie sono ben note e coinvolgono la responsabilità di tutti, noicompresi. Se qualcuno, tuttavia, si permettesse di sospendere le elezioni,ad esempio, dei comuni sotto i mille abitanti per mancanza di soldi, sarebbepreso per un pazzo pericoloso. Non comprendiamo perché questo debba esserefatto per tre volte consecutive per gli italiani all'estero, che sonocittadini come tutti gli altri, né più né meno. Sul piano del metodo, poi,non possiamo accettare che queste decisioni siano prese senza unaconsultazione vera a livello parlamentare e addirittura una settimana primadella riunione della Presidenza del CGIE. In Parlamento vi sono le sedi -commissioni e comitati per gli italiani all'estero – dove si possono apriretrasparenti e costruttivi momenti di dialogo, senza ricorrere a discutibilirapporti e contatti improntati al peggiore parlamentarismo. Sinceramente, daun Governo nato all'insegna della discontinuità di metodo politico eistituzionale, ci saremmo aspettati qualcosa di più. Siamo comunque non meno preoccupati per quello che il decreto fa intravedereper il futuro. La cosiddetta “razionalizzazione della spesa” rappresentaormai il taglione sotto il quale l'intero sistema della rappresentanza, adopinione del Governo, dovrà soggiacere. La garanzia dell'operatività degliorganismi di rappresentanza è legata alla “riduzione della spesa” e il lororiordino, nonché il sistema di elezione, deve essere improntato alla”riduzione dei costi”. Insomma, se nel decreto si fosse scritto che larappresentanza degli italiani all'estero è ormai un lusso che non cipossiamo più permettere non sarebbe stato più chiaro. Non pensiamo – lo ripetiamo ancora una volta – che le nostre comunitàpossano sfuggire alla responsabilità di concorrere al risanamentodell'Italia, ma chiediamo che si parli non solo di tagli ma del ruolo edella funzione democratica degli organismi di rappresentanza e del progettodi rilancio dell'Italia a livello globale nel quale essi debbono essereinseriti. La fissazione di un tetto di spesa di due milioni per le eventuali elezionidel 2014 e l'indicazione del voto elettronico come via d'uscita dalleattuali contraddizioni, ci sembra un esercizio di puro dilettantismo, pernon dire di irresponsabilità. In effetti, sembra che si sospenda (o si annulli?) il sistema elettorale perCOMITES e CGIE previsto dalla legge di riforma dei COMITES del 23 ottobre2003, n. 286, che è. per estensione, il voto per corrispondenza previstodalla legge 459/2001 per la Circoscrizione Estero. E' tecnicamentesorprendente che si pensi di modificare un sistema di voto previsto da unalegge con un regolamento applicativo, ed è soprattutto allarmante che sisiano date le prime picconate anche alla partecipazione degli italianiall'estero alla vita politica del paese. Una regressione storica, culturalee civile, insomma. Il Governo si è messo su un piano inclinato. Si fermi in tempo e apra, inParlamento e con gli organismi di rappresentanza, un dialogo responsabile ecostruttivo sul modo come risparmiare risorse senza intaccare il sistema didemocrazia e di rappresentanza degli italiani all'estero. Si convinca di nondistruggere una delle poche leve di sostegno a livello internazionale chel'Italia ha a disposizione e faccia quello che altri paesi a noi vicinistanno già facendo”. Bucchino, Farina, Fedi, Garavini,Porta