Governo Monti e crisi

Ciò che accomuna i conservatori europei, in questo momento, è la sconfittaelettorale. La sconfitta della CDU, dopo la vittoria di Hollande in Francia,mostra quanto sia duro il giudizio degli elettori tedeschi e francesisull'azione Merkel-Sarkozy sia a livello nazionale che europeo. Il nostranoPDL, invece, pare voglia convincersi che la ragione del tracollo elettoralealle amministrative sia, in larga misura, il sostegno al Governo Monti. IlGoverno Monti ha commesso degli errori, è vero. Ma i danni causati in treanni di Governo Berlusconi sono arrivati a produrre effetti devastantiproprio nel momento in cui il nuovo esecutivo era chiamato a sceltedrastiche, impopolari ma urgenti per non arrivare al default. Monti prova a dirla tutta, ma deve fermarsi. Prova a dire che l'abolizionedell'ICI sulla prima casa è stato un errore a cui si è dovuto porre rimedio.Prova a dire che i tagli, mirati dall'esame attento della spesa, sono unasoluzione mentre i tagli lineari sono un problema. Prova a dire che peravere ascolto in Europa occorre essere credibili. Prova a ricordare cheavere una guida politica credibile, che abbiamo ritrovato, è condizioneessenziale ma non sufficiente. Per avere ascolto, per far ripartire lacrescita, in Italia e in Europa, occorre non solo avere impegni precisi maanche fare le riforme. Ed occorre avere rispetto anche per i sacrifici deglialtri. Se in Europa avessimo avuto maggiore peso e ascolto avremmo potutofare di più e meglio anche per la Grecia. Avremmo potuto evitare chel'Europa mettesse in ginocchio la Grecia. Monti prova a raccontare questavicenda. Non può dirla tutta perché il sostegno del PDL in Parlamento èessenziale per governare. L'unica vera discussione, che il PDL non sta svolgendo, è quella sulleragioni per cui in tre anni di Governo Berlusconi non si è fatto nulla perla crescita, non si è fatto nulla per rimodulare la spesa pubblica, cosadiversa dai tagli lineari, e soprattutto si è fatto nulla per contrastarel'evasione fiscale. In un Paese civile si deve poter distinguere tra unevasore, totale o parziale, e una vittima di circostanze economichedifficili. E gli strumenti di intervento devono essere diversi. In questigiorni in cui si argomentano tesi contrastanti sul futuro del Governo Monti,il Partito Democratico è nuovamente chiamato ad un esercizio di propostapolitica, anche critica, ma con la coerenza che lo ha contraddistinto negliultimi anni. Spending review Cominciano a trapelare notizie sull'andamento della spending review.Arrivano comunicati e prime prese di posizione, quasi azioni preventive. Unrichiamo politico al Governo. Dobbiamo crederci nell'esame razionale dellaspesa e nei tagli ragionati. Non possiamo permetterci che una novitàassoluta nella rimodulazione della spesa sia oggetto di veti incrociati o dipremeditate azioni di disturbo. Il risultato deve avere massima trasparenzaed arrivare al confronto parlamentare senza filtri o mediazioni. Esercizio in loco del diritto di voto La novità non è avere la conferma che esiste un ampio fronte parlamentareostile al voto all'estero – o quanto meno alla circoscrizione estero. Ildato era noto ed i parlamentari che hanno presentato o sottoscritto propostedi abrogazione della circoscrizione estero, in questa o in altrelegislature, appartengono a tutti i gruppi parlamentari. Il datopreoccupante semmai, tra questi, è l'assenza di una proposta alternativa.Non potendo sostenere la tesi, anticostituzionale, che i cittadini residentiall'estero non possono votare, si limitano ad una previsione di futuresoluzioni tecniche che però non sono indicate, tantomeno allegate con leggiordinarie. Forse pensano semplicemente di tornare alla condizionepreesistente: esercizio del diritto rientrando in Italia in attesa che sifaccia una legge ordinaria che non arriverà mai. Ma il dato veramente più preoccupante in assoluto è il silenzio di chi è afavore dell'esercizio in loco del diritto di voto, inclusi i gruppipolitico-parlamentari che sostengono il mantenimento della circoscrizioneestero, anche se con la riduzione dei parlamentari eletti all'estero.Quest'assordante silenzio, rotto unicamente dalla presentazione di unaproposta di riforma costituzionale senza paternità e sulla quale si è apertauna discussione che ne ha smentito subito i presupposti, è il dato politicosul quale riflettere. Personalmente torno a ripetere che superare ilsilenzio significa ribadire unicamente il dato veramente più importante: icittadini italiani residenti all'estero debbono poter esercitare il dirittodi voto, con o senza circoscrizione estero, ma anche in loco, senza doverrientrare in Italia e senza pericolosi nuovi vuoti normativi. On. Marco Fedi On. Marco FEDICamera dei DeputatiPiazza Poli 1300187 ROMATel. +39 06 67605701 uff.Fax. +39 06 67605004fedi_m@camera.it

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