Il peggio è ancora da venire. Lo scriviamo con tranquilla obiettività. L’Esecutivo Monti non ha raggiunto traguardi tranquillizzanti. Forse, neppure sulla carta. Se i Politici hanno lasciato dei “buchi” non saranno i Tecnici a riempirli. Semmai, come sempre è accaduto, l’ingrato compito spetterà al Popolo italiano. Ancora una volta, la storia si ripete. Le riforme più dolorose sono state varate. Il Parlamento non s’opporrà. Compariranno come leggi della Repubblica. Senza eccezioni e senza sconti per nessuno. Un rigore che s’è fatto conoscere anche fuori dei confini nazionali. Non a caso, ha coinvolto, in tempi rapidissimi, pure i Connazionali residenti all’estero. Più di quattro milioni d’italiani nel mondo che, pur non avendo partecipato direttamente ai fatti del Bel Paese, dovranno subirne le conseguenze. Gli stessi servizi sociali oltre frontiera sono in crisi. Mancano i mezzi. Il volontariato non s’è rivelato la panacea di tutti i mali. Monti, nonostante tutto, continua per la sua strada. Gli italiani, ovunque residenti, dovranno accettare l’austerità, ma anche subirla. Si andrà avanti con la “non” sfiducia che non consente possibili riflessioni politiche meno facete di quelle attuali. Le circostanze, a ben osservare, ci potrebbero ancora essere, ma non s’incontreranno mai. Come a scrivere che, per tirare avanti, si potrà far uso del “bastone”, senza la “carota”. Del resto si è preferito tener separati gli aspetti economici da quelli politici. Le consultazioni del 2013 saranno giocate all’ultimo istante. Ad un anno dall’evento, non s’intravedono possibili alleanze e, da soli, non si governa. L’anno difficile, sperando che sia solo una nostra sensazione, sarà proprio il venturo. Ci sarà il cambio della guardia al Quirinale ed i politici torneranno ad interpretare il loro ruolo in nome della Democrazia. Prima d’allora, non resta che la dieta Monti. E’ la maggioranza degli italiani a dover tirare il carretto appesantito da rinunce sempre meno tollerabili. Per essere coinvolti ancora di più, la pensata è originale: s’invitano gli italiani ad evidenziare gli sprechi. Che è come dire a chi ha fame, quale cibo sia il più gradito. Se la genialità si limita ad una sorta di sondaggio vago, ci sarà scena muta. Senza sgravi fiscali, gli investimenti continueranno ad essere frenati e chi più ha non si presterà a sostenere chi ha perso tutto. E, sempre più spesso, questo “tutto” è anche la vita. C’è anche una dignità nel non poter far fronte al futuro. Che Italia saremo in grado di lasciare alle nuove generazioni? Quelle che ora si trastullano che le tecnologie informatiche e le paghette dei genitori e dei nonni? In pochi mesi, ci siamo fatti fuori gli interessi ed il capitale. Di risparmiare neppure a parlarne. Ci s’indebita senza riflettere che non sempre si potrà pagare. Da novembre a maggio, anche i più ottimisti hanno dovuto abbassare il capo. Se non si lotta, ci si rassegna. Ma se è la somma che fa il totale, gli incidenti di percorso potrebbero essere più verosimili. Un passo falso e ci si troverà a rimpiangere il passato. Pur con tutte le ben note implicazioni.
Giorgio Brignola