Lina Ben Mhenni Tunisian Girl Zitta Mai

Lina Ben Mhanni è una giovanissima blogger tunisina, TUNISIAN GIRL, voce dei giovani del suo paese e della Primavera Araba, che io ho visto nelle foto… Intervistata racconta anche: “…Personalmente ho subito abusi sessuali da parte di tre poliziotti. Mi hanno picchiato sulla testa, sono stata palpeggiata e maltrattata sessualmente. Tre poliziotti mi hanno toccato dappertutto, nel cuore di Tunisi, davanti a tanta gente. Non avrei mai immaginato di vivere queste cose…” Dalle notizie che abbiamo su lei, si apprende: “… E’ considerata una delle artefici della rivoluzione in Tunisia, è scesa in piazza durante la primavera araba per abbattere il regime di Ben Alì. Il suo attivismo su blog e social network l’ha portata alla nomina a Premio Nobel per la Pace. Che poi non ha vinto, “fortunatamente” a detta della giovane. Musulmana, di Tunisi, figlia del presidente di Amnesty International in Tunisia…” Riporto pertanto,integralmente, un’ intervista uscita ieri sull’ Espresso: Tunisi, picchiata la blogger libera.
Ho deciso di farne un articolo oggi, che è il 1 maggio, Festa del Lavoro
Lina dice: «Manca il lavoro, come mancava prima, c’è corruzione a tutti i livelli, come c’era prima ma il dissenso è sempre represso con l’uso della violenza da parte della polizia e dell’esercito con aggressioni, uso di lacrimogeni, violenze, bastoni. Nel governo c’è corruzione a tutti i livelli e nonostante le nostre denunce sono tornati gli stessi picchiatori dei tempi di Ben Alì. Abbiamo le prove. Foto, video, registrazioni, ma nessuno fa niente per bloccare definitivamente questa oppressione. Io sono stata aggredita e picchiata presso la piazza dell’orologio il 9 aprile scorso da tre poliziotti. Mi hanno ferita, hanno tentato di violentarmi sessualmente per indurmi al silenzio, ma i colpevoli vivono indisturbati, pur essendo stati denunciati. Vogliono ridurmi al silenzio con la violenza e con ripetute minacce di morte, ma io non mi fermo».
Lina Ben Mhenni si appella alla stampa libera internazionale alla Rete «perché continuino a tenere alta, il più possibile, l’attenzione su quanto sta succedendo nel nostro paese…So che il mio nome è stato inserito nella lista di persone indesiderate da eliminare e che anche il nostro blog viene preso di mira dalla polizia, per tentare di spegnare la poche voci libere che ancora ci sono in Tunisia”
L’ abbraccio e apro una finestra anche io che vorrei spalancare le porte e abbattere i muri,sono certa come tutte e tutti voi.Tacere è essere complici.

Doriana Goracci

VIDEO Portrait Lina Ben Mhenni لينا بن مهني ( Netmag)

Tunisi, picchiata la blogger libera di Orazio La Rocca

Nel 2011 fa era stata tra le voci che avevano scatenato la ‘Primavera araba’. L’altro giorno Lina Ben Mhenni, 22 anni, è stata aggredita da tre poliziotti che hanno anche cercato di violentarla. A ‘l’Espresso’ racconta la sua difficilissima lotta
(30 aprile 2012) Lina Ben Mhenni Lina Ben MhenniPrima le minacce di morte. Poi l’aggressione da parte di tre poliziotti che l’hanno picchiata selvaggiamente, tentando anche di stuprarla, mentre altri tre uomini in divisa la tenevano ferma bloccandole le mani dietro la schiena, ferendola alle braccia e alle spalle. Una aggressione vigliacca fermata per puro caso, grazie alle sue urla e al fortuito intervento di alcuni passanti.Una terribile esperienza per Lina Ben Mhenni, la blogger eroina della rivoluzione tunisina, che ha deposto il regime del presidente Ben Alì dopo oltre 20 anni di dittatura. Una violenza consumata contro di lei da esponenti delle forze dell’ordine un paio di settimane fa col chiaro intento di ridurla al silenzio.«Ma non ci riusciranno», dice Lina Ben Mhenni, 22 anni il prossimo 22 maggio, da mesi volto simbolo del cambiamento tunisino, candidata al premio Nobel per la pace, autrice – tra l’altro – del libro “Tunisian girl” (Ragazza tunisina), stampato in Francia lo scorso anno, dove vi narra la sua esperienza di blogger messa a disposizione del movimento di liberazione della Tunisia.Una esperienza affrontata a viso aperto, consapevole dei pericoli a cui ogni giorno si espone, come dimostra, appunto, l’aggressione subita nei giorni scorsi per mano di una pattuglia della polizia, totalmente ignorata dai mezzi di comunicazione tunisina, malgrado «abbia presentato una dettagliata denuncia di quanto mi è capitato alla Lega dei diritti umani del mio paese», rivela Lina Ben Mhenni in un incontro riservato in locale lontano da occhi ed orecchie indiscrete presso Avenue Bourghiba, nel cuore del centro storico di Tunisi, presidiata giorno e notte da blindati dell’esercito, con edifici pubblici protetti da fili spinati e da pattuglie di poliziotti in assetto di guerra.Lina parla come un fiume in piena. Volto scoperto, occhi neri e vivaci, lunghi capelli neri con una frangetta sulla fronte, le mani sempre in movimento come a voler accentuare la sua voglia di denuncia. «E’ vero, Ben Alì non c’è più, ma in realtà rispetto a prima non è cambiato niente», ripete più volte nel corso del nostro incontro. «Forse rispetto a prima possiamo esprimere le nostre idee, ci siamo liberati delle passate paure, prima non si poteva nemmeno parlare, ma sostanzialmente la situazione non è cambiata».«Manca il lavoro, come mancava prima, c’è corruzione a tutti i livelli, come c’era prima», continua Lina, «ma il dissenso è sempre represso con l’uso della violenza da parte della polizia e dell’esercito con aggressioni, uso di lacrimogeni, violenze, bastoni. Nel governo c’è corruzione a tutti i livelli e nonostante le nostre denunce sono tornati gli stessi picchiatori dei tempi di Ben Alì. Abbiamo le prove. Foto, video, registrazioni, ma nessuno fa niente per bloccare definitivamente questa oppressione. Io sono stata aggredita e picchiata presso la piazza dell’orologio il 9 aprile scorso da tre poliziotti. Mi hanno ferita, hanno tentato di violentarmi sessualmente per indurmi al silenzio, ma i colpevoli vivono indisturbati, pur essendo stati denunciati. Vogliono ridurmi al silenzio con la violenza e con ripetute minacce di morte, ma io non mi fermo».Da quando è scoppiata la Primavera tunisina Lina non ha mai smesso un solo giorno di essere la ‘voce’ dei giovani che reclamano il cambiamento attraverso il suo seguitissimo blog, senza rinunciare al suo impegno bisettimanale all’università di Tunisi.La sua vita, spiega, «è cambiata tanto negli ultimi mesi: ho perso praticamente tutto, anche il mio fidanzato mi ha lasciato, ma importa. Vado all’università, sto insieme agli studenti, viaggio molto per diffondere notizie utili e verità». Nonostante le minacce e le aggressioni, gira senza scorta: «Mi accompagnano i miei familiari, in particolare mio padre e mia madre», spiega: «Per il resto mi muovo liberamente portando avanti tutti i miei impegni, senza farmi intimidire. Non basta aver costretto Ben Alì ad andarsene dal nostro Paese. Al suo posto ora ci sono altri governanti che si comportano allo stesso modo. E la stampa si comporta come sempre, elogiando i governanti di turno, come aveva fatto ieri col passato regime».Spiega Lina: «So che il mio nome è stato inserito nella lista di persone indesiderate da eliminare e che anche il nostro blog viene preso di mira dalla polizia, per tentare di spegnare la poche voci libere che ancora ci sono in Tunisia». Per questo Lina Ben Mhenni si appella alla stampa libera internazionale, ai paesi dell’Occidente, «perché continuino a tenere alta, il più possibile, l’attenzione su quanto sta succedendo nel nostro paese».

Amel MATHLOUTHI – Tunisian girl sings a song during demonstraitons

Lina Ben Mhinie 11 11  Lina Ben Mhenni Tunisian Girl Zitta Mai

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