Istat e mercato del lavoro

Siamo nell’occhio del ciclone e Monti & Co non riescono a trovare la rotta giusta
23 aprile 2012 in Economia, Politica

inShare.1Share Se il governo Monti doveva servire a rassicurare i mercati, evidentemente i mercati non si fidano piu’. O comunque non si fidano abbastanza. Oggi Piazza Affari ha perso il 3,8%, proseguendo in quella caduta iniziata ormai da settimane, mentre lo spread tra Btp e bund decennali ha sfondato quota 410 punti: indici e numeri che rimandano a qualche mese fa, che smentiscono qualsiasi avventata professione di ottimismo.

E’ tornata la paura, è tornato un diffuso scetticismo. Colpa delle incertezze politiche esplose dopo il risultato delle elezioni in Francia e la caduta del governo olandese, almeno così dicono alcuni analisti. Colpa, però, anche di una fragilità che riguarda tutta l’Europa ma che ha innegabilmente nell’Italia uno dei centri di maggiore criticità.

Siamo nell’occhio del ciclone e Monti non riesce a trovare la rotta giusta. Il Professore ha voluto seguire la linea dettata dalla Germania, si è appiattito sulle posizioni della Merkel abbracciando una politica di eccessivo rigore che si sta rivelando controproducente e pericolosa. Lo dico con la delusione di chi ha creduto in lui, gli ha attestato fiducia all’inizio, ma si è poi dovuto ricredere di fronte a scelte insensate e senza alcuna prospettiva.

Non è una convinzione solo nostra, al coro si aggiungono ogni giorno nuove e autorevoli voci. Oggi è stata la volta del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino: “Il pericolo di un corto circuito rigore/crescita non e’ dissipato nell’impianto del Def 2012-2015″, ha detto parlando in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite sul Documento di Economia e Finanza approvato da palazzo Chigi e ora all’esame del Parlamento.

Il messaggio è chiarissimo: con un rigore insensato l’Italia non uscirà mai dalla crisi, anzi rischia solo di avvitarsi in un meccanismo perverso di più tasse e meno crescita che si inseguono a vicenda. Lo ha rimarcato, sempre oggi, anche il vice direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, sottolineando che ‘in Italia la pressione fiscale è molto alta sia nel confronto storico che internazionale, una situazione che mette a repentaglio il rilancio della crescita, ossia l’obiettivo principale da porsi. Bisogna assolutamente trovare il modo di ridurre la pressione fiscale su lavoratori e imprese’.

Insomma, l’allarme è generale: così non va. Bisogna cambiare registro, è necessario riavviare la crescita. Ma il tempo è poco e occorre fare in fretta. Se i mercati non aspettano, le famiglie e le imprese strozzate dalla crisi possono farlo ancora meno. E’ già tardi, speriamo che non sia troppo tardi!

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