Prima delle consultazioni politiche del prossimo anno, ci saranno ancora d’affrontare momenti difficili per l’Italia. Cambiare è necessario. Pena il definitivo tracollo della nostra economia in un contesto europeo che consente limitati margini d’errore. Con il prossimo Esecutivo politico, la “musica” nazionale non cambierà più di tanto. L’importante sarà evitare le “stonature”. Solo i suonatori non saranno più gli stessi. I problemi della Penisola, però, saranno ancora tutti nello “spartito” di chi dirigerà. Il Liberismo, nato ieri, è già in crisi. L’iniziativa privata resta frenata. Eppure, alla meglio, si tira avanti. Anche questo è uno dei “miracoli” italiani. Che va ben oltre l’arte dell’arrangiarsi. Siamo agli ultimi posti, sotto il profilo economico, tra i Paesi UE e la politica della “formica” non è servita a nulla. La ripresa, se ci sarà, è ancora lontana. I provvedimenti della “dieta” Monti n’evidenziano l’indiscutibile realtà. Così, accanto a poche prospettive di miglioramento, restano tante preoccupanti certezze. L’austerità resta da interpretare. Chi rinuncia a 1000 Euro il mese, ma ne riceve altri 5000, non sacrifica, in definitiva, che un più. Chi deve campare con 1000 Euro il mese e ne perde 100, soffre l’austerità. Come a scrivere che è sempre una questione di pesi e di misure. Quindi, non basta dare il buon esempio; bisognerebbe anche rinunciare ai tanti privilegi. Non solo da parte degli “Onorevoli”, ma anche da tutto quel variegato mondo che orbita intorno alla politica. Siamo sicuri di non aver scoperto l’acqua calda, ma, almeno, non ci siamo nascosti dietro un dito. E’ inutile predicare bene e razzolare male. Accanto agli onori, ci sono gli oneri che dovrebbero essere rispettati in modo assai più completo. Iniziando dal “vertice”, giù, giù sino alla piattaforma che sostiene un castello di carta destinato, in ogni caso, a crollare sotto il peso delle sue responsabilità. Dirette o indirette che siano. Ancora per circa un anno, la politica sarà più spettatrice che interprete. Poi, la rappresentazione riprenderà con tutte le “sorprese” immaginabili. Maggioranza ed Opposizione, forse, sapranno trovare punti di contatto. Come, del resto, sta accadendo nel sostenere l’Esecutivo Monti. Se non altro, un atteggiamento di maggiore disponibilità potrebbe evidenziare un nuovo modo d’incontro tra le sponde della politica. Di certo, siamo ad una svolta epocale. Inizierà, finalmente, anche il cambio generazionale. Alla ribalta uomini e donne nuove in posizioni meno compromesse che per il passato. Col ritorno del Professore ai suoi teoremi universitari, il prossimo Esecutivo dovrà dimostrare, a chiare lettere, d’aver imparato bene la lezione economica che ha impoverito il Popolo italiano ed affossato la Seconda Repubblica. Ogni altra considerazione, al punto in cui siamo, è solo superflua.
Giorgio Brignola