In politica, cimentarsi nel fare delle previsioni non ha senso; ma subire senza reagire non è nelle nostre corde ed anche quelle di molti altri. Così, in un’atmosfera ricca di tensioni e ripensamenti, gli italiani vivono alla giornata ed apprendono, quotidianamente, le “pensate” di un Esecutivo che ha destato le nostre preoccupazioni già da qualche tempo. L’anno prossimo, con buona pace di tutti, si tornerà alle urne. Quali saranno i risultati del voto poco, c’interessano; almeno al momento. Indipendentemente da ogni giustificato pessimismo, non ci sentiamo d’incensare la validità di un sistema che ci ha portato ad una sofferenza che non garantirà, in ogni caso procedano le cose, un futuro più tranquillo ed in linea col ruolo che l’Italia dovrebbe avere in seno all’UE. Sono anni che abbiamo preferito andare oltre. Il nostro Paese è profondamente mutato. Non ci domandiamo se in meglio o in peggio. L’evidenza della realtà è sotto gli occhi di tutti. Del resto, anche le retrospettive degli ultimi decenni di vita politica del Bel Paese non sono state scevre da problemi, poi, risolti anche in modo non traumatico. Ora, la realtà è differente. Monti non s’è proposto. L’hanno proposto. La differenza è enorme ed è utile tenerla presente. Le intenzioni del Professore erano, e restano, buone. E’ la gestione dei tempi d’intervento che appaiono sfasati rispetto alle reali esigenze del Paese. Riconosciamo che i “politici” hanno fallito il loro mandato. Ma non vorremmo trovarci nelle condizioni d’esprimere la stessa sensazione per i “tecnici”. Nel primo decennio del Nuovo Millennio, la penisola ha subito una profonda metamorfosi dei valori nei quali abbiamo creduto per tanti anni. Anche perché erano gli unici possibili in una Penisola che usciva sconvolta da una guerra anche fratricida. Finiti gli anni del terrorismo, dei fondi neri, delle avventure senza ritorno e della politica “on the road”, ci siamo incamminati verso un futuro che avrebbe dovuto essere più conforme a quella realtà nazionale che ancora ci manca. Le conseguenti incertezze non sono, perciò, una nostra personale sensazione, ma uno dei reali frammenti di questo momento nazionale che continua a presentarsi ancora lontano dalle assicurazioni di ripresa più volte fatte intravedere col “nuovo” corso di un Esecutivo incolore. Proprio per questi motivi, verificabili giorno per giorno, non ci sentiamo di formulare un qualsiasi pronostico sul dopo Monti. Tra tante incertezze, resta la realtà di un Paese che non è nelle condizioni di superare il “fosso”. Diavolo ed Acqua Santa si sono alleati per tentare di fornire al Professore una parvenza d’assenso politico. I risultati sono evidenti e deludenti. Anche le Maggioranze “In Pectore” ci preoccupano. Abbiamo una “croce” da portare. Pesante. Il percorso è tutto in salita. Una salita scoscesa e senza possibilità d’”appoggio”. C’è solo da accertare che il nostro sacrificio consente alle nuove generazioni di ritrovare, nel prossimo decennio, tutto ciò che noi abbiamo perduto strada facendo.
Giorgio Brignola