“CULTURA NON COME TAV FINO A NAPOLI. DARE SPAZIO A SCRITTORI ANTIMAFIA CALABRESI”
“La cultura italiana per la Rai non può finire a Napoli come la Tav. Il servizio pubblico radiotelevisivo nazionale dovrebbe dare ampio spazio anche agli editori, agli scrittori e intellettuali calabresi che sono da anni impegnati in prima linea nella difficile lotta contro la 'ndrangheta denunciando, purtroppo in solitudine, il malaffare in una regione ad alto rischio”.
E' quanto chiede ai vertici della Rai il parlamentare del Partito democratico, on. Franco Laratta, componente della Commissione Telecomunicazioni della Camera.
“Nelle rubriche e nei programmi delle reti Rai – aggiunge Laratta – vengono spesso trasmessi servizi che esaltano la cultura di alcune aree del paese, pubblicizzati libri pubblicati da molte case editrici del centronord. Al Sud, dopo il pur bravo Saviano, per la Rai sembra non esistere più nulla. Un po' come l'Alta velocità che si ferma a Napoli. Eppure in Calabria, così come in altre regioni del Sud, risiede una schiera di intellettuali, giornalisti e scrittori bravissimi che in termini culturali non ha nulla da invidiare a nessuno. Uomini che, soprattutto in Calabria, operano tra mille difficoltà e rischiano la pelle per il coraggio di denunciare con nomi e cognomi fatti e misfatti dell'organizzazione criminale più potente del mondo. A queste persone andrebbe data la possibilità di entrare nei circuiti mediatici che contano per raccontare una “guerra culturale” che riguarda tutto il Paese. Voglio auspicare – conclude il parlamentare – che il presidente della Rai, Paolo Garimberti e il direttore generale Lorenza Lei accolgano questo invito per dare voce ad una regione isolata e incoraggiare a proseguire nella dununcia quanti si espongono a rischi altissimi pur di difendere la democrazia del nostro Paese”.