Pd, Pdl e terzo polo vogliono una legge elettorale con le regole della prima repubblica

inShare.0Share11Benedetto partito Democratico. L’Italia dei Valori raccoglie in pieno agosto 1.200.000 firme per cancellare il porcellum e voi vi mettete d’accordo con Alfano e Casini per un porcellum al quadrato? Dov’è il rapporto con la gente? Dov’è il contatto con la realtà? Lo avete dimenticato.
Ma andiamo con ordine. I cittadini vorrebbero, lo hanno dimostrato firmando, che la seconda repubblica sia superata mantenendo però quel poco di buono che c’è stato: chiarezza nelle scelte, coalizioni definite, premier certo, possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, maggiore rapporto dell’eletto con il proprio territorio. Cose normali in una democrazia avanzata come dovrebbe essere la nostra. Il mattarellum, cioè la legge elettorale in vigore prima del porcellum, garantiva tutto questo e, soprattutto, garantiva l’alternanza delle forze al governo attraverso il bipolarismo. Sarebbe stata migliorabile, certo, ma questi pregi li aveva tutti, e con un referendum abrogativo di più non si sarebbe potuto fare.

Pensavo che nel momento in cui si parla finalmente di cancellazione del porcellum questi capisaldi sarebbero stati rispettati, che, mentre il sentimento dell’antipolitica si allarga sempre più, si sarebbe andati nella direzione della restituzione delle garanzie democratiche ai cittadini. Invece hanno deciso di andare contromano.

Già, perché l’accordo che hanno raggiunto i tre leader dei partiti che appoggiano Monti, l’ormai famoso ABC (Alfano-Bersani-Casini) fa tornare indietro il Paese di 20 anni. Dalle trattative riservate (e già questo è un bel segnale negativo, le riforme si discutono in Parlamento) è venuta fuori una bozza di legge elettorale a loro vantaggio e non a vantaggio del Paese.

Il progetto prevede la scomparsa delle coalizioni, un sistema che premia i partiti più grandi e penalizza quelli più piccoli e liste proporzionali bloccate. Lo chiamano un misto dei sistemi tedesco e spagnolo, per noi, popolo malato di esterofilia, dovrebbe essere una bella cosa, ma è un sistema ibrido, inquinato dai soliti giochini sotto banco all’italiana. In una parola, pessimo.

Conseguenze? Le segreterie dei partiti continueranno a scegliere i parlamentari con un sistema di nominati e non di eletti, le alleanze di governo si faranno dopo le elezioni e non prima (è questo il vero ritorno alla prima repubblica) e, alla faccia della democrazia, il 50 per cento dei voti (stando ai sondaggi attuali) sceglierà il 95 per cento di deputati e senatori.

Insomma, si stanno costruendo un vestito su misura. Se questo progetto scellerato andrà avanti prevedo due fenomeni: l’astensionismo crescerà ancora e i tre partiti complici di questo orrore pagheranno un prezzo altissimo in termini di consensi.

L’Italia dei Valori, sia chiaro, non ha paura delle sfide. Con i nostri pregi e i nostri difetti crediamo di essere, tra i partiti presenti in Parlamento, gli unici che hanno ragionato in questi ultimi anni sulla base del sentire comune e non degli inciuci di palazzo. Per questo, lo dico con chiarezza, non ci sentiamo per niente battuti da queste logiche spartitorie. Ci organizzeremo per rompere gli schemi e per vincere le elezioni. Una volta al governo potremo finalmente riportare una ventata d’aria fresca in questo Paese: nuova legge elettorale, tagli ai costi della casta, lotta senza quartiere a corruzione ed evasione fiscale ed equità sociale. Esattamente il contrario di quanto sta facendo il governo Monti con il sostegno di PD-PDL-TERZO POLO, anni luce di distanza da quanto ha fatto Berlusconi.

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