Almeno due dei tre protagonisti del vertice notturno con Mario Monti (Alfano e Bersani) si sono affrettati a dire che la foto scattata e twittata questa notte da Pier Ferdinando Casini non sostituisce la foto di Vasto. Io lo spero per loro, perché diversamente si tratterebbe di un inciucio talmente enorme da potersi definire, per usare il gergo del ciclismo per i tapponi di montagna più duri, fuori categoria. I tre, ritratti seduti, come fossero i viceré dell’imperatore Monti, in piedi a vegliare su di loro e a decidere i loro destini.
E’ inquietante quella foto, scattata nell’austerità di Palazzo Chigi, un po’ buia, di notte, alla vigilia di una trattativa su temi talmente importanti che possono cambiare il futuro del Paese nei prossimi anni. E fa da contrasto con la gioiosità di Vasto, tra la gente che applaude e sorride, alla luce del sole. Insomma, quella di Vasto è una foto popolare, quella di questa notte è la fotografia dell’attuale classe dirigente di questo Paese, chiusa nel palazzo, lontana dai cittadini, distante dai loro problemi, estranea, fredda. Come ho letto su twitter stamattina, siamo passati “da Vasto a devasto”.
Questa la differenza cromatica. Esiste poi una differenza politica. L’alleanza che regge il governo Monti, chiamato in un momento di difficoltà del Paese a risolvere l’enorme crisi che Berlusconi non aveva saputo affrontare, è un’alleanza innaturale, composta, oltre che dal centro, da un pezzo del centrodestra e un pezzo del centrosinistra, in barba al bipolarismo chiesto a gran voce dai cittadini.
Io sono convinto che se questa “grosse koalition”, per dirla alla tedesca, si presentasse alleata alle prossime elezioni, magari con la benedizione di Napolitano e con la candidatura di Monti alla presidenza del Consiglio, tradirebbe lo spirito del bipolarismo e verrebbe letto dagli italiani come un terribile imbroglio. Insomma, l’ABC (Alfano-Bersani-Casini) è l’ancien régime, quello che nasce per investitura divina; la foto di Vasto, alleanza naturale di centrosinistra che dovrebbe fare perno su Idv, Pd , Sel e con il naturale apporto di movimenti e società civile, rappresenta la democrazia moderna fatta di consenso dal basso e di entusiasmo popolare. Basta metterle vicine le due istantanee e la differenza salta subito agli occhi. Cromatica e politica.
Del resto basta leggere le indiscrezioni sul risultato del vertice di questa notte per capire come stanno le cose. Prendiamo la giustizia ad esempio: Alfano chiede una restrizione della legge sulle intercettazioni, Bersani vuole una più concreta lotta alla corruzione. Monti ha detto di sì ad entrambi con il risultato che la stretta alle intercettazioni, anche in presenza di una bellissima legge anticorruzione, impedirà le indagini.
Prendiamo il lavoro. L’articolo 18 sarà riformato alla tedesca. Susanna Camusso ha detto che non va bene (e ha ragione) facendo precipitare il rapporto tra Cgil e Pd al punto più basso della storia dal dopoguerra a oggi. Il più grande sindacato italiano e il partito comunista e i suoi eredi (Pds, Ds, Pd), fino a oggi erano sempre state legati a doppio filo, oggi quel filo sembra essere sul punto di spezzarsi e non è escluso, come annunciato dalla stessa Camusso qualche giorno fa, che si possa arrivare a uno sciopero generale della più grande organizzazione sindacale, nonché enorme bacino di voti, contro un governo retto anche dal suo principale partito di riferimento. Insomma, uno scenario inimmaginabile fino a qualche mese fa.