Com’è difficile seguire la politica nazionale! Alle porte della primavera, i nostri uomini di partito continuano il loro dialogo tra”sordi”. Ma chi “sente” si crede autorizzato a “fraintendere”. Intanto, i risultati, almeno quelli che ci stanno in cuore, paiono non cambiare. Superati, per il momento, gli intrighi di Palazzo, non sembrano di molto ridimensionati e accompagnati dagli scandali “amministrativi” in alcune regioni del Bel Paese. Eppure, si tira avanti. Nonostante il “flop” delle consultazioni “primarie”, per le quali non abbiamo mai avuto fiducia, torna il problema delle alleanze parlamentari per tentare di guidare la Penisola dal secondo semestre del prossimo anno. Se si escludono le brutte figure, novità non n’abbiamo recepito. La Sinistra, secondo noi, non è più la stessa. Anche la Destra è cambiata. Politicamente, chi ha subito meno involuzione è il Centro. Quello che, ora, intenderebbe rappresentare l’ago della bilancia di questa nostra situazione politica alla deriva. Per chi vive all’estero, è ancora più complicato capire, o giustificare, la situazione che si è venuta a determinare in Italia. Con quest’Esecutivo “Tecnico”, la confusione resta la principale interprete di una sofferta realtà che è andata ben oltre i confini nazionali. A ben osservare, sono i piccoli partiti che hanno preso strade differenti. Il Centrismo, per strategie di sopravvivenza, tende a destra o a sinistra. Del resto “Destra” e “Sinistra”, senza il “Centro” non avrebbero i numeri per governare. Anche col mutamento della nostra legge elettorale. In primo piano resta la situazione economica nazionale, segue a ruota la voglia di tornare a far politica. L’incognita è sempre quella di trovare ampi consensi. Senza essere partigiani di una fazione o dell’altra, tenteremo d’esprimere il nostro modo di vedere i fatti di casa nostra. Quello che è evidente è la demotivazione dei potenziali elettori alla vita politica del Paese. Gli italiani, per natura tolleranti, non riescono più a adattarsi ad un modo di vita ben lontano dal nostro modo d’essere. Tutti se ne sono resi conto, ma si preferisce trattare altri aspetti, per noi secondari, che coinvolgono il Bel Paese. I “Grandi”, come i “Piccoli” cercano la via del potere e, mentre l’auspicato equilibrio politico si stenta a trovare, il Paese resta ai margini dell’UE. Invece di preoccuparci per le future alleanze, sarebbe assai meglio rendere più chiari, nei contenuti, i provvedimenti che la Squadra Monti continua a sfornare. Intanto la “Fase” due del Professore resta tra i progetti in “pectore” dell’illustre economista. La tecnica di tirare il sasso e nascondere il braccio è ancora assai di moda. Troppo comodo assumere posizioni d’apparente verifica, quando il Parlamento sopravvive senza sferzate politiche. Ne consegue che, al momento, si spreca molto tempo per non proporre nulla. Insomma, per sperare in una classe politica più seria manca sempre la coerenza e le linee operative da adeguare ai bisogni primari del Paese. Il guaio è che le strategie sembrano cambiare, più per necessità che per convinzione. I “Leaders” dei partiti preferiscono non riconoscerlo ufficialmente. Un dilemma che solo da noi poteva trovare motivi di dibattito. Giorgio Brignola