“Come appreso dalla stampa recentemente, l'ente Maridipart La Spezia della Marina Militare, sovraordinato a tutti i comandi del territorio, allargher à la sua giurisdizione abbracciando anche gli enti militari della Sardegna e quelli del Nord Est e assorbendo, in tempi brevi, le competenze di comando e controllo già riservate a Marisardegna.
Di tale notizia ho chiesto verifica attraverso un’interrogazione allo stesso Ministro della Difesa, nella quale ho chiesto in primis se essa abbia fondamento e quali siano i termini dello spostamento che interesserebbe Marisardegna. Preoccupano soprattutto le ripercussioni sul personale, militare e civile, che opera attualmente per l’ente e i disagi che potrebbero derivare da licenziamenti o spostamenti dei militari con le relative famiglie su tutto il territorio.
E, inoltre, tutto l’indotto potrebbe subire una contrazione, ad esempio, nella partecipazione delle ditte locali alle procedure per l'affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture.
Il Ministro dovrà chiarire quali iniziative eventuali verranno attuate per salvaguardare i diritti di tutti i lavoratori, e per riflesso dello stesso territorio sardo al quale, già duramente provato dalla crisi economica, verrebbe a mancare oltre il lavoro anche l'introito economico derivante dalla mancata spesa degli stipendi nel tessuto economico locale.”
Amalia Schirru
339 3764324
schirru_a@camera.it
www.amaliaschirru.it
Interrogazione a risposta scritta 4-15150 presentata da AMALIA SCHIRRU
giovedi 1 marzo 2012, seduta n.596
Al Ministro della difesa. –
Per sapere
Premesso che
Il piano di razionalizzazione a cui sta lavorando il Ministro della Difesa prevede la ristrutturazione delle strutture di vertice della Marina Militare, con la prospettiva di contenere i costi e portare da 34 mila a 27 mila le unità in divisa in organico;
come si apprende dalla stampa, l’ente Maridipart La Spezia, sovraordinato a tutti i comandi del territorio, allargherà la sua giurisdizione abbracciando anche gli Enti militari della Sardegna e quelli del Nord Est;
come risulta anche da dichiarazioni dell’Ammiraglio Branciforte (Capo di Stato Maggiore della Marina uscente) rilasciate in occasione del cambio di consegne presso La Spezia, lo stesso Maridipart dovrebbe assorbire, in tempi brevi, le competenze di comando e controllo già riservate a MariSardegna e, per l'area dell'Adriatico, del Dipartimento militare marittimo dell'Adriatico di Ancona;
il giorno precedente, lo stesso Amm. Branciforte aveva presenziato a Cagliari ad una cerimonia analoga – cambio di consegne presso Marisardegna – tranquillizzando i presenti sul destino dello stesso Marisardegna e non facendo alcun cenno alla soppressione di cui avrebbe parlato il giorno successivo a La Spezia;
la soppressione del CMMA in Sardegna (Marisardegna), presupporrebbe la perdita di alcune attività operative che gli Enti della M.M. svolgono (Marisardegna non svolge funzioni amministrative ma solo operative) e che verrebbero trasferite ad Enti della sede di La Spezia;
ciò determinerebbe una contrazione della partecipazione delle Ditte locali alle procedure per l’affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture, con un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo già critico nella nostra isola;
la Marina Militare ha speso, negli ultimi tre anni, e per i soli contratti gestiti in sede locale, circa 3 milioni di euro, in gran parte aggiudicati ad imprese locali, piccole e piccolissime, attraverso la Sezione del Genio Militare per la Marina (Marigenimil) e cifre simili si presume vengano spese, in servizi e forniture, dalla Sezione dei Servizi di Commissariato MM (Maricommi);
questi ultimi sono i due Enti che potrebbero avere maggiori ripercussioni dalla soppressione di Marisardegna poiché i loro compiti sarebbero, per la gran parte, svolti dagli omologhi Enti della sede di La Spezia;
nei due Enti operano, oltre al personale militare, circa 90 dipendenti civili, alcuni con profili professionali elevati che potrebbero trovare ricollocazione nell’ambito di altri uffici ministeriali della città di Cagliari, ma altri, con profili professionali da operai, ancorché specializzati, la cui ricollocazione è di più difficile attuazione;
in alcuni Comandi minori della Base operano altri 20 dipendenti che con quelli impiegati presso Marisardegna portano il totale dei dipendenti civili ad una cifra vicina alle 140 persone;
considerato che della soppressione di Marisardegna e del ridimensionamento degli altri Enti, soffrirebbe anche il personale militare, anche di bassa forza, tra cui moltissimi sardi che dovrebbero trasferirsi presso basi della penisola, con i disagi che ciò comporterebbe per le loro famiglie;.
Al territorio sardo, infine, già duramente provato dalla crisi economica, verrebbe a mancare anche l’introito economico derivante dalla mancata spesa degli stipendi nel tessuto economico locale (circa 500 stipendi tra militari e civili):
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se la notizia riportata abbia fondamento e quali siano i termini dello spostamento che interesserebbe Marisardegna;
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti in premessa e soprattutto delle eventuali ripercussioni sul personale, militare e civile; quali iniziative verranno attuate per salvaguardare i diritti di tutti i lavoratori, considerando che molti di questi si prefiggevano di andare in pensione nei tre anni prossimi, mentre le nuove regole di accesso ne determineranno il permanere in servizio anche fino ad otto anni.
On. Amalia Schirru