Messaggero di Sant’Antonio – edizione italiana per l’estero

Dal 2010 la sua voce accompagna la domenica mattina delle ascoltatrici di Radio Citrica, a Buenos Aires. Con la sola forza della parola, Gabriela Malusa fa da ponte tra gli italiani residenti nella capitale argentina e il loro Paese d’origine. E, tra una battuta e l’altra, questa speaker di origini italo-istriane difende le proprie radici con orgoglio e un pizzico di nostalgia”. A raccontarne la storia e la vita di oggi è Laura Napoletano dalle pagine del Messaggero di Sant'Antonio – edizione italiana per l'estero.

Riportiamo di seguito il testo integrale dell'articolo, pubblicato nell'ultimo numero del mensile.

“Per Gabriela la storia della sua famiglia ha inizio a Pola nel 1939, quando nacque il padre Sergio Giovanni. “Ben presto, per non perdere il diritto di cittadinanza italiana, papà si trasferì a Torino insieme con i genitori e i fratelli – racconta la speaker –. Questo, però, fu solo il primo atto della diaspora della nostra famiglia. Il secondo arrivò nel 1952, quando mio padre decise di emigrare in Argentina, su invito di alcuni parenti di sua madre”. L’uomo sbarcò a Buenos Aires il 2 gennaio del 1953, dopo un lungo viaggio per mare. In valigia aveva solo pochi effetti personali e un dizionario italiano-spagnolo, prezioso alleato nell’approccio alla nuova lingua. “Durante quei primi anni lavorò sodo, con l’obiettivo di saldare il debito contratto per pagarsi il viaggio. Poi finalmente arrivò un po’ di sereno. Mio padre conobbe mamma, anche lei figlia di italiani, e la sposò nel 1962”.

Fiera delle proprie origini, Gabriela Malusa ha sempre coltivato e difeso con entusiasmo la sua italianità, tanto da laurearsi in Lingua e cultura italiana, dopo aver frequentato la Società Dante Alighieri di Buenos Aires. La stessa Società le ha permesso di aprire una propria filiale nel quartiere della metropoli argentina dove oggi vive. Il legame con l’Istria e l’Italia è qualcosa che Gabriela si porta nel cuore fin dall’infanzia. “Da piccole io e mia sorella Maria Celia aspettavamo le lettere che arrivavano da oltreoceano, le leggevamo fino a impararle a memoria, quindi le raccontavamo ai nostri genitori”. Poi, dopo tanti anni trascorsi a fantasticare sull’Italia, per Gabriela – diciannovenne – arrivò finalmente l’occasione di visitare i luoghi delle proprie origini. “Un’emozione indescrivibile che è rimasta scolpita nel cuore e che mi ha spinto a coltivare la cultura italiana”.

Oggi la speaker è una professionista affermata. Attraverso la trasmissione Buongiorno Italia, prosegue la sua campagna di valorizzazione del Belpaese all’estero. E lo fa attraverso un’attenta selezione di temi su cui discutere e di ospiti da intervistare. Nicoletta Mantovani, suor Myriam Castelli, Raffaella Carrà, Franco Simone, Al Bano Carrisi, Beppe Carletti, Franco Califano, Orietta Berti, Memo Remigi, Andrea Mingardi, Enrico Ruggeri e il governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sono solo alcuni dei personaggi che hanno partecipato a Buongiorno Italia.

Per Gabriela chilometri e differenze culturali non sono un problema, ma piuttosto una ricchezza da valorizzare e tenere viva nel tempo. Come? Con la parola, innanzitutto. E poi, quando è possibile, con qualche viaggio. “In Italia sono tornata altre due volte. Nel 2001 ho partecipato, insieme con mio figlio, al Congresso mondiale della Società Dante Alighieri, a Bergamo. Nel 2003, invece, ho seguito uno stage organizzato dalla Cnipa Puglia (Consorzio nazionale per l’istruzione professionale e artigiana) e dall’Ambasciata italiana a Buenos Aires. Credo fortemente nella valorizzazione delle nostre radici e, grazie alla trasmissione Buongiorno Italia, ho l’occasione di tenere viva tra gli ascoltatori la voglia di italianità”.

Una missione che per Gabriela Malusa è anche alla base del suo prossimo progetto: “Sto scrivendo un libro sulla mia famiglia. Ancora una volta l’obiettivo è accendere i riflettori sul dramma degli istriani: vecchie e soprattutto nuove generazioni non devono dimenticare. In ballo c’è l’orgoglio della nostra cultura secolare””.

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