Ma se Atene piange, Sparta non ride perchè è ora che anche il PDL si dia una regolata e decida come porsi su alcuni problemi di fondo.
Lunedì sera sono stato a Lesmo, in Brianza, ospite a cena di Berlusconi che con Alfano ha incontrato i sindaci delle città capoluogo ed i presidenti di provincia iscritti al PDL.
Noi sindaci eravamo là per capire le novità politiche e nel partito, ma soprattutto per avere qualche idea più chiara sui patti di stabilità e le leggi di bilancio che ad oggi impediscono ancora ai comuni di poter preparare i conti del 2012, mentre i presidenti di provincia si aspettavano parole chiare sul futuro dei propri enti.
Cose pratiche, insomma, ma tutto è finito in una serata sicuramente simpatica ma dove questi temi non sono stati affrontati lasciando tutti con più dubbi di prima.
Se il PDL deve sostenere politicamente Monti davanti al rischio di un disastro nazionale può anche essere una cosa logica, ma non si può nascondere che ci sono problemi gravi nella gestione degli Enti Locali, che non possono essere rimandati.
Quindi il PDL ha il dovere di imporre una linea chiara al premier e soprattutto deve avere risposte ai problemi che vengono dal basso, dalle migliaia di amministratori locali che si ritrovano nel guado alle prese con un governo che non sembra interessato ai servizi di prossimità, che taglia i trasferimenti ma non chiarisce come applicare la TARSU, l' IVA; le addizionali IRPEF in un caos di ordini e contrordini assurdi.
Lo stesso – e ancora di più – vale per le tematiche più prettamente sociali. Rendiamoci conto che molte famiglie devono vivere con 1.000 euro al mese (molti pensionati con anche di meno!) e se tutto va sacrificato sull'altare della grande finanza ci sono i cittadini che impongono e chiedono più attenzione. Alcune scelte di Monti (ad esempio una iper-tassazione dei carburanti) sta portando l'inflazione fuori controllo ed a pagare sono i più deboli. Se si vogliono vincere le elezioni il PDL non può dare l' impressione di essere zitto e supino su questi temi o la gente – per cui contano poco i discorsi sugli spread e i debiti sovrani e contano di più i fatti – continuerà ad andarsene.